Musica “pirata” nel locale a Marina di Ravenna, dj nei guai per ricettazione

Ravenna

RAVENNA. Due chiavette usb e 900 canzoni pronte per essere “suonate” nelle casse di un locale sul litorale di Marina di Ravenna con la facilità di un clic. Una comodità non da poco per avere ore e ore di musica in due supporti di pochi centimetri; l’era della discografia tascabile si è però ritorta contro al dj del Localito Clandestino, sotto forma di una duplice accusa: violazione della legge sul diritto d’autore e ricettazione, alla luce di un controllo effettuato dai carabinieri proprio durante una serata estiva, conclusasi con il sequestro dei due dispositivi digitali e con il successivo rinvio a giudizio.

Il controllo

Lo stop alla playlist è arrivato nell’estate del 2016, durante una delle feste organizzate dal locale. In quell’occasione i militari intervenuti per un normale controllo avevano chiesto al dj la documentazione che attestasse il pagamento dei diritti Siae per la riproduzione dei brani, oltre alle ricevute che documentassero che quella mole di canzoni caricata nel lettore non fosse frutto di duplicazioni pirata. Non potendo in quel frangente dimostrare il regolare acquisto di tutti quei gigabyte di musica, le due chiavette erano state sequestrate.

Brani “originali”

E proprio sull’ “originalità” di quei brani si gioca ora il processo che vede il dj - difeso dall’avvocato Maurizio Valloni - imputato con l’accusa di ricettazione e per violazioni legate alla legge sul diritto d’autore, in particolare per aver fatto un uso non personale di tali brani e per aver trasmesso in pubblico duplicazioni abusive in una quantità superiore alle 50 copie.

Una questione spinosa che è approdata ieri in apertura dell’istruttoria dibattimentale davanti al giudice Roberta Bailetti e al vice procuratore onorario Adolfo Fabiani. A complicare le cose è proprio per la caratteristica intrinseca dei contenuti digitali, vale a dire la possibilità di poterli duplicare all’infinito senza perdere la caratteristica di “testo” originale. Motivo per cui la difesa ha chiesto di poter presentare un elenco di ricevute relative a parte degli mp3 contenuti nelle due chiavette, dimostrando così il regolare acquisto di parte dei brani trasmessi nel locale. E allo stesso tempo ha depositato un caso esemplare di accertamento eseguito su un dispositivo digitale, per confrontarlo con la procedura seguita durante il controllo che portò al sequestro.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui