Fusione Camere di Commercio, da Ravenna e Ferrara stop al percorso di unione

RAVENNA. Per mesi si è lavorato per la fusione. Ma ora le Province di Ravenna e Ferrara ci ripensano e avviano un percorso per consentire il “mantenimento dell’autonomia” delle rispettive Camere di commercio. È la richiesta che fanno al Governo il sindaco della città dei mosaici Michele De Pascale e la presidente della Provincia di Ferrara, Barbara Paron, sottolineando che i due enti sono “molto ben gestiti” e “in questi anni hanno distribuito risorse molto rilevanti”. La fusione, ricostruiscono, “nasceva come obbligo, per le disposizioni di legge approvate nella precedente legislatura e, sostanzialmente, legate al processo di abolizione delle Province”, poi bocciato dal referendum costituzionale. Ora “le condizioni sono mutate e, mentre si istituisce un tavolo nazionale per il riordino delle Province, per le quali si sente persino ventilare l’ipotesi di un ritorno all’elezione diretta, sarebbe sbagliato procedere senza rendersi conto del disegno complessivo, che rischia di mutare quotidianamente anche a causa dei numerosi ricorsi”. Ravenna e Ferrara, proseguono sindaco e presidente della Provincia, “hanno tutto l’interesse a collaborare e a valorizzare i fortissimi punti di contatto”, dalla comune appartenenza al Parco regionale del Delta del Po e a Destinazione Romagna, ai legami industriali collegati alla chimica, fino alle “battaglie condivise” come quella per il potenziamento della statale 16. Progetti che “possono tranquillamente essere perseguiti senza andare ad alterare la dimensione provinciale delle Camere di commercio”. Insomma, concludono De Pascale e Paron, “non è più tempo di procedere per tentativi nella riforma di tutte le istituzioni della Repubblica ma solo dentro ad un quadro organico che metta i territori e le loro identità al centro per dare servizi più efficienti ed efficaci a cittadini ed imprese e in questo senso il mantenimento dell’autonomia nella dimensione provinciale ci sembra la soluzione che al momento dia maggiori garanzie”.

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