Non fanno vaccinare i figli: 190 genitori segnalati dall'Ausl alla Procura

Rimini

 

RAVENNA. Non vaccinano i propri figli. Sono 190 i genitori “osservati speciali” e i loro nomi, nel 2013, sono finiti sul tavolo della Procura dei minori che ha fatto partire le “visite” di controllo a domicilio, alla ricerca dei casi di incuria e disagio sociale. Ma, nella stragrande maggioranza dei casi, l’incuria c’entra poco: a determinare l’aumento (negli ultimi dieci anni) dei genitori che decidono di non vaccinare i propri figli è più che altro la campagna contro i vaccini condotta da Comilva, il comitato per le libere vaccinazioni che, con sede nel cuore della Romagna, a Santarcangelo, «diffonde notizie allarmistiche sui vaccini», taglia corto la responsabile della pediatria di comunità della “vecchia” Ausl ravennate Giuliana Monti.

I numeri. Nel 2013, sono stati poco meno di 200 le coppie che hanno rifiutato, per i propri bimbi, le vaccinazioni obbligatorie. Di questi, 159 a Ravenna, 12 a Lugo, 14 a Faenza. I numeri sono più o meno stabili rispetto alle segnalazioni dell’anno precedente, ma in generale negli ultimi due lustri si è passati da una percentuale di non vaccinazione dello 0,9% a oltre 1,5%. «Nonostante forniamo ai genitori tutte le informazioni del caso, dagli opuscoli al colloquio col pediatra, fino agli inviti per i vaccini - dice la Monti -, sono tante le richieste di ulteriori chiarimenti che ci arrivano, compresi veri e propri questionari scritti ai quali rispondiamo ogni volta per iscritto, punto per punto. Insomma, sta diventando un lavoro enorme».

La responsabilità, spiega la dottoressa, è della crescita del movimento d’opinione attorno ai presunti effetti nocivi dei vaccini. «L’evidenza scientifica ha escluso il rischio autismo dal vaccino: noi non abbiamo mai avuto denunce in tal senso - precisa -, ma non mancano i genitori che collegano qualsiasi tipo di evento si verifichi dopo la vaccinazione, alla vaccinazione stessa».

I nomi in Procura. La pensa esattamente al contrario di Comilva la Procura dei minori di Bologna. Lì, proprio con l’ultimo procuratore, Ugo Pastore, si è dato il via a un controllo serrato su tutte le segnalazioni dei bimbi non vaccinati che arrivavano dalle Ausl della regione. «In base alla vecchia delibera regionale del 2009, fino al 2013 segnalavamo i nomi dei genitori che non vaccinavano i figli sia al sindaco del Comune di residenza che alla Procura della Repubblica presso il tribunale dei minori - spiega la Monti -: ma dopo la segnalazione non accadeva nulla. Questo finché il procuratore Pastore non ha ordinato che, ad ogni segnalazione, seguisse una visita domiciliare da parte dell’assistente sociale a casa del genitore inadempiente».

Proprio per questo, la Regione è corsa ai ripari e ha cambiato le disposizioni, varando la delibera dell’11 novembre del 2013. «Da gennaio, segnaliamo alla Procura dei minori solo i casi dove siano evidenti i segni di incuria, la trascuratezza e l’abbandono del minore, oppure i casi nei quali, nonostante i ripetuti inviti dell’Ausl ai vaccini obbligatori - spiega la Monti -, i genitori non si siano proprio presentati».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui