Haka, cori e rituali commoventi con i discendenti dei soldati maori
Gli antenati combattenti
«Siamo lieti – ha detto l’assessore – di accogliere questi gruppi i cui antenati tanto hanno fatto per la nostra libertà. La classe che si trova a Faenza proviene dalla scuola Te Kura Mana Maori di Whangaparaoa, nella parte settentrionale della Nuova Zelanda, e da uno piccolo paese di campagna».
La direttrice è mrs Pook. Con loro è sir Wira Gardiner un personaggio molto conosciuto e influente nella comunità Maori. Le motivazioni del loro viaggio sono tre: ripercorrere l’itinerario dei loro antenati combattenti, conoscer la civiltà romana ed educare i giovani a viaggiare e a scoprire il mondo.
Canti, emozioni e l’Haka
In evidenza i rituali tipici maori con i quali hanno reso omaggio ai caduti: canti, preghiere in processione che inducono al pianto, e l’emozionante Haka interpretata per circa un quarto d’ora tra i brividi della folla. Non uno spettacolo come si è indotti a credere, ma un momento di grande raccoglimento, forza e aggregazione sociale, impressionante e decisamente aggressiva, vissuta intimamente, sul tipo di quella interpretata dalla squadra degli All Black del rugby, ma sempre diversa, secondo l’occasione. A riprendere la cerimonia una troupe della Maori Television che ha inoltre intervistato alcuni ragazzi i cui parenti sono sepolti a Faenza.
Fiori sulle tombe
Emozionante anche la deposizione di un mazzo di fiori sulla tomba di un soldato neozelandese, su incarico di parenti che vivono in un’isola sperduta al largo della Nuova Zelanda: «Una tomba che non aveva mai ricevuto il fiore di una persona cara», ha detto Tony Gladstone che ha eseguito la missione.
Alcune ragazze della scuola Te Kura Mana hanno cantato in coro un motivetto italiano, imparato dai reduci tornati in patria dopo la guerra: “Buonanotte mio amore”: si tratta di una canzone che pochi conoscono ma pare molto diffusa in Nuova Zelanda. Per chi la volesse ascoltare nella versione originale di Emilio Livi basta andare su You tube e digitare il titolo.