"A Ravenna sanità marittima senza medico a tempo pieno: così si perde competitività"

Rimini

RAVENNA. Una situazione critica, da anni. Che «non interessa solo noi, ma rappresenta una problematica di sicurezza e competitività per tutto il porto di Ravenna». A lanciare l’allarme è il presidente dell’Associazione ravennate spedizionieri internazionali, Danilo Belletti.

Nuovo incarico per il medico

Belletti si riferisce alla condizione ormai cronica di sottorganico degli uffici sanitari e veterinari, a cui però ora si aggiunge ora una problematica ulteriore: «Il medico degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, noti anche con l’acronimo Usmaf, ha vinto il concorso per un nuovo incarico. Non sappiamo bene come sarà gestita la fase che seguirà questo trasferimento – spiega Belletti –, ulteriori dettagli li avremo nella settimana prossima. Ma certamente non si profilano migliorìe organizzative e siamo seriamente preoccupati. Con un peggioramento, si mettono a repentaglio le performances dello scalo».

La richiesta al Ministero

Il problema non è passato inosservato al consigliere regionale Gianni Bessi, che si è fatto promotore del disagio, chiedendo alla Giunta regionale di attivarsi per sollecitare il Ministero della Salute per evitare ripercussioni economiche negative sulle attività portuali e sull’indotto del porto di Ravenna. «Gli Usmaf – spiega l’esponente del Pd – sono uffici periferici del Ministero della salute, dislocati sul territorio nazionale. Si occupano del controllo sanitario su passeggeri, mezzi di trasporto e merci destinate al consumo umano in importazione da Paesi non appartenenti all’Unione Europea. Si tratta di punti strategici per l’attività portuale e la carenza di organico in cui versa l’ufficio del porto di Ravenna è un campanello d’allarme da non sottovalutare. Ho chiesto alla Regione – spiega Bessi – di attivarsi presso il Ministero proprio per capire in che modo si possa potenziare l’organico e risolvere quindi il problema».

Nonostante l’aumento dei prodotti da controllare, infatti, non vi è stato alcun potenziamento degli organici dell’ufficio di sanità marittima, anzi l’Usmaf di Ravenna da almeno 10 anni non ha un dirigente e il personale tecnico e amministrativo è diminuito rispetto agli anni ’90, quando la mole di lavoro era decisamente inferiore. Ora quindi il componente dell’assemblea di viale Aldo Moro ha depositato un’interrogazione per spingere la Regione a premere sul governo e giungere a una soluzione.

Prepensionamenti alla Dogana

«Questa carenza di organico comporta all’attività portuale di Ravenna ritardi – conclude Bessi –, con il rischio che gli importatori spostino le loro attività su altri porti esteri, con danno evidente per l’economia locale e italiana. Così rischiamo di compromettere l’avvenire di una comunità, quella portuale, che dà lavoro a 6mila famiglie, oltre all’indotto».

Una problematica, quella del lavoro burocratico al momento dello sbarco, che potrebbe vedere persino un peggioramento: «La dogana dovrebbe avere in previsione dei prepensionamenti – conclude il ragionamento Belletti –. I rumors sulla nuova gestione Usmaf sembrano portare a un medico che dividerà il proprio servizio fra Ravenna, Bologna e Livorno. A Koper, porto istriano in diretta concorrenza con noi, questi servizi sono garantiti tutti i giorni, 24 ore su 24. Non possiamo allargare in questo modo il nostro gap competitivo con l’estero».

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