Raccolta delle castagne al via. Quest’anno la produzione sarà più abbondante

Rimini

FAENZA. Con ottobre tornano le tradizionali sagre dedicate al marrone, frutto principe della stagione autunnale nel territorio: nei prossimi fine settimana (13,14, 20, 21 ottobre) a Casola Valsenio si terrà la Festa dei frutti dimenticati e del marrone, mentre sull’Appennino tosco-romagnolo parte oggi la 55ª Sagra delle castagne a Marradi. La raccolta nei castagneti è appena cominciata e già si respira un’aria di ottimismo rispetto all’anno scorso: «Dopo il minimo storico toccato nel 2017 – afferma Coldiretti Emilia Romagna in un comunicato – castagne e marroni raddoppiano la produzione». L’ultimo autunno vide infatti un crollo produttivo a livello regionale superiore al 50%, soprattutto a causa della siccità, mentre gli anni precedenti erano stati funestati dall’insetto killer Cinipide Galligeno, arrivato nel 2008 dalla Cina. Dopo un periodo difficile la castanicoltura in Emilia Romagna sembra riprendere quota: 1.500 sono le aziende che operano nel settore, per 2.822 ettari di terreno e quasi 10mila quintali di frutti prodotti all’anno.

Comprensorio faentino

Per quanto riguarda il nostro territorio collinare le aspettative sono buone, anche se il presidente del comprensorio montano Coldiretti, Nicola Grementieri, intende sottolineare alcuni aspetti che hanno influito sulla produzione di quest’anno: «Possiamo prevedere un andamento positivo sia nella produzione che nelle vendite, con buoni prezzi per i produttori. Un’annata positiva insomma, che potrebbe anche essere migliore se non fosse stato per le nevicate sulla fascia collinare che va da Casola a Brisighella». L’ingente quantità di neve caduta ha inciso negativamente sulla produttività: «Si sono spezzati molti rami di castagni, e certe zone hanno risentito anche della grandine. Una serie di eventi meteorologici che ha arrecato un grave danno. Mi auguro che la Regione tenga conto di questo fattore per applicare sgravi fiscali».

Boschi e ambiente

La presenza del castagno, evidenzia Coldiretti «riveste un ruolo importante anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago. L’habitat risulta inoltre fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti». Grementieri, che è anche proprietario dell’agriturismo La Canova a Casola Valsenio e produttore di marroni, è d’accordo: «Si possono organizzare numerose attività intorno ai castagneti. Gli ospiti del mio agriturismo hanno ad esempio la possibilità di raccogliere i frutti e portarli a casa, il tutto alla metà del prezzo di mercato. Il pacchetto comprende anche il pranzo: sono diverse le aziende che scelgono questa formula». M.D.

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