Ebreo di Faenza invitato a parlare di leggi razziali in Puglia, stoppato e poi richiamato

Faenza

FAENZA. Ieri sono arrivate le scuse ufficiali della scuola e la vicenda sta rientrando. Ma non è mancato un grande clamore, esploso sui siti e sui social a livello nazionale: «Invitare un ebreo a scuola per parlare di shoah e leggi razziali a 80 anni dalla loro promulgazione è fare politica. No grazie, non è possibile».

Questo è quanto si è sentito rispondere Roberto Matatia, ebreo faentino, la cui famiglia fu distrutta dal nazifascismo e che oggi è uno dei maggiori testimoni di quegli anni, nonché scrittore e studioso delle religioni. Il titolo è apparso su una rivista che tratta di ebraismo, e la questione è esplosa.

Imbarazzo

«Venerdì della scorsa settimana – racconta Matatia stesso – sono stato contattato da una professoressa dell’Isiss di Torremaggiore in provincia di Foggia: mi invitava a trattare l’argomento razziale in una conferenza a scuola. Ne faccio molte e ho accettato. Ma poi, quando ci siamo risentiti, la stessa prof, con un certo imbarazzo, mi ha riferito che non si sarebbe fatto più nulla, perché non c’era accordo con altri professori, i quali avevano sollevato la questione che la conferenza poteva avere risvolti di carattere politico, quindi non era il caso in una scuola, in questo momento».

Le scuse

Il caso è venuto a conoscenza della rivista web che ha pubblicato l’accaduto scatenando il polverone. «Ho quindi chiesto alla scuola – continua Matatia – una posizione ufficiale: ho parlato con il preside che si è scusato e ieri mi ha inviato una lettera in cui chiarisce e ridimensiona il fatto». Ecco i contenuti salienti: «In qualità di dirigente scolastico, esprimo forte indignazione e profondo rammarico per quanto accaduto: mi dissocio da qualunque episodio che involontariamente abbia in qualche modo offeso o strumentalizzato il notevole valore umano, storico, culturale della testimonianza di Roberto Matatia e del suo impegno civile».

Invito rinnovato

Dopo altre frasi in cui si fa riferimento anche ai “valori costituzionali”, il dirigente rinnova personalmente l’invito «a portare la testimonianza a scuola nello sforzo comune di costruire una coscienza civica e democratica nelle nuove generazioni».

A questo punto cosa farà Matatia? «Andrò a Torremaggiore, ma non per protagonismo, per testimoniare, come avrei fatto senza l’inghippo, ciò che storicamente è avvenuto e non dovrebbe più ripetersi».

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