Case al posto del vecchio carcere, il Comune di Ravenna pronto alla variante

RAVENNA. Dopo il carcere potrebbero arrivare delle case. Trapelano già delle indiscrezioni su quale potrebbe essere il futuro di via Port’Aurea. E, vista la posizione centrale e la natura residenziale del quartiere, cosa ci sarebbe di meglio se non delle abitazioni al posto dell’attuale casa circondariale? Al momento non c’è nulla sulla carta. Nessuna firma è stata messa nero su bianco e nessun imprenditore privato ha dato la sua disponibilità a realizzare l’opera. C’è però un impegno da parte dell’amministrazione comunale nei confronti del Ministero, qualora dovesse andare in porto il progetto di spostamento del carcere, a mettere in atto tutte le varianti urbanistiche del caso per rendere quell’area edificabile. Quindi, di fatto, utile per la realizzazione di abitazioni.

Port’aurea troppo vecchia

Tutto questo nasce da un bisogno reale, ossia quello di trovare un nuovo spazio per il carcere di Ravenna. Quello attuale non è infatti quasi più idoneo e il rischio è che presto il Ministero della giustizia bussi alla porta della città, dicendo che la struttura deve essere chiusa. Da qui le esternazioni di pochissimi giorni fa di Jacopo Morrone. Il sottosegretario alla giustizia, venuto in visita alla casa circondariale più vecchia e piccola della regione, ha infatti detto che si può iniziare a ragionare sull’idea di realizzare una nuova struttura.

Quale futuro

Il sindaco non ci ha pensato su un solo secondo e dato che lui per primo aveva chiesto proprio a Morrone se c’erano o meno le possibilità di creare una nuova struttura, il giorno dopo la visita del sottosegretario ha fatto sapere che l’area da destinare a nuovo carcere in realtà già esiste. Si tratta di un appezzamento di terra dietro l’attuale Tribunale di Ravenna, quindi comodo anche logisticamente e soprattutto fuori dal pieno centro città.

La domanda è però subito sorta spontanea: se dovesse essere costruita una nuova casa circondariale in viale Randi, cosa accadrà all’attuale struttura una volta abbandonata? È chiaro che si parla di una prospettiva a lungo termine, dato che per costruire un carcere ex novo ci vorranno diversi anni, ma nel frattempo qualche soluzione sarebbe già nell’aria.

Le alternative

Le proposte sarebbero in buona sostanza due. La prima che il Ministero sia interessato a mantenere la gestione della struttura, riconvertendola però in un carcere femminile. La seconda, e sembra proprio più papabile, che da Roma decidano di dare tutta l’area in permuta per coprire parte dei costi della nuova struttura. È in questo frangente che da Palazzo Merlato sarebbe arrivata la disponibilità a mettere in atto tutte le modifiche urbanistiche necessarie, con lo scopo di riconvertire la casa circondariale in abitazioni. Nuovi appartamenti rientrerebbero nella logica di sviluppo di quel quartiere, visti anche i progetti per la caserma Alighieri, dove il Comune realizzerà un nuovo parco pubblico, mentre la Cassa depositi e prestiti, proprietaria dello stabile “nobile”, ha già dichiarato che vi costruirà un hotel.

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