Mano lunga durante visite ortopediche, in tribunale a Ravenna racconto choc di una paziente

Ravenna

RAVENNA. Si è dovuta fermare per qualche istante per riprendersi dalle lacrime, nel ricordare quelle visite ortopediche andate, secondo l’accusa, ben oltre la deontologia. Per questo ieri mattina si è svolta a porte chiuse l’udienza davanti al collegio penale nei confronti dell’ex ortopedico accusato di violenza sessuale, per consentire per consentire la deposizione di una paziente costituitasi parte civile.

Il ricordo choc

Almeno due gli episodi riferiti dalla ragazza - tutelata dall’avvocato Stefano Capucci - davanti alla corte presieduta dal giudice Cecilia Calandra (a latere i giudici Beatrice Bernabei e Federica Lipovscek). Durante le visite era arrivata la richiesta di posizionarsi, senza biancheria intima, a carponi o proni sul lettino. A quel punto il medico aveva tastato parti intime, soffermandosi fino a spingersi, in alcuni casi, alla penetrazione.

Una deposizione logica e coerente a tutte le altre storie già emerse nel corso dell’altro processo a carico dell’ex ortopedico, conclusosi un anno fa con la sentenza di condanna in primo grado a sei anni (la procura aveva chiesto una pena superiore). Sulla stessa linea anche le testimonianze di altre due donne inizialmente costituitesi parte civile, le cui posizioni sono state poi stralciate.

Falsi questionari

Già a suo tempo, nel corso delle indagini condotte dalla squadra Mobile della polizia di Stato su una serie di comportamenti considerati “seriali”, era emerso che il medico sottoponeva alle pazienti anche un finto questionario che asseriva essere stato commissionato dall’Ausl per specifici problemi vascolari. Un’indagine, secondo l’accusa rappresentata ieri in aula dal sostituto procuratore Daniele Barberini, finalizzata a fugare eventuali dubbi sulla liceità di quei toccamenti. È stato il direttore dell’azienda sanitaria, costituitasi parte civile con l’avvocato Monica Boccardi del foro di Rimini, a smentire qualsiasi ordine ufficiale da parte dell’Ausl su presunte indagini angiologiche.

Al banco dei testimoni si è seduta anche una dipendente dell’azienda sanitaria, che ha confermato le voci ricorrenti sulle “strane” visite che avvenivano nell’ambulatorio del medico. Poi è stata la volta dei consulenti di parte: per la difesa dell’ortopedico, rappresentato dagli avvocati Luigi Stortoni e Fabrizio Basile di Bologna, hanno deposto un medico legale e un neurologo. Per la parte civile, invece l’ortopedico dell’ospedale “Rizzoli” di Bologna.

L’ormai ex dottore era stato arrestato il 29 luglio del 2014 dopo la denuncia di alcune pazienti che avevano riferito di essere state molestate.

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