Ravenna, ai 200 km/h per il trasporto organi. Multato fa ricorso, condannato per truffa

Ravenna

RAVENNA. Il Tutor l’aveva vista sfrecciare in autostrada registrando una velocità media attorno ai 200 chilometri all’ora. All’azienda erano state recapitate le multe, e per ognuna uno specifico ricorso aveva ottenuto l’annullamento da parte del prefetto, alla luce delle più che legittima giustificazione: quei viaggi, infatti, erano per il trasporto urgente di organi destinati alla donazione. Secondo la Procura, però, due di quei tragitti non avevano nulla a che vedere con emergenze sanitarie. Per questo ieri uno dei responsabili di una società con sede a Milano, specializzata nel fornire mezzi per il ritiro e la consegna di organi nonché in trasporto di équipe medica, è stato condannato a sette mesi e 15 giorni.

La truffa ai danni della Prefettura

Le accuse nei confronti di Roberto Sordoni, 39enne di origini marchigiane, erano di truffa e sostituzione di persona, per fatti che risalgono al 2013. In quell’anno l’Audi dell’azienda, un veicolo con assetto da velocità e dotato di lampeggiante e di adesivi magnetici amovibili con la scritta “Trasporto eccezionale”, aveva fatto numerosi viaggi tra Marche e Lombardia percorrendo anche il tratto di A14 di pertinenza della provincia di Ravenna. Come da prassi erano partite le multe, alle quali l’azienda aveva risposto presentando i ricorsi alla prefettura, con tanto di documentazione comprovante il trasporto eccezionale. Era stato il prefetto stesso ad annullare i verbali. Tuttavia, un successivo controllo incrociato aveva fatto emergere alcune anomalie: in due circostanze, infatti, l’auto era stata immortalata priva dell’adesivo magnetico indicante il servizio sanitario; ma soprattutto, dai controlli negli ospedali era saltato fuori che per quel giorno non erano stati autorizzati trasporti specifici. Così le indagini sono arrivate al rappresentante della società, finito ieri alla sbarra per truffa nei confronti della pubblica amministrazione. Contestata anche la sostituzione di persona, per aver indicato nei ricorsi il nome di un altro operatore.

La difesa

Accuse difficili da provare, secondo la difesa rappresentata dall’avvocato Raffaele Napolitano del foro di Ancona. In aula il legale ha ribadito come durante il dibattimento non siano emersi elementi tali da confermare che i presunti trasporti sanitari fossero fasulli, e che gli accertamenti della polizia stradale del dicembre 2013 non fossero stati integrati da approfonditi controlli sulla documentazione presentata nel ricorso.

Nonostante ciò, ieri il vice procuratore onorario ha chiesto la condanna a un anno e tre mesi. Il giudice Andrea Chibelli, valutando la continuazione, pur riconoscendo le attenuanti, ha condannato il rappresentante della società per quei “finti” viaggi ad alta velocità.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui