Ravenna, ha una mano sola ma lo condannano per furto con destrezza
La scusa delle arance
L’episodio risale al 17 dicembre di quattro anni fa, a Piangipane. L’uomo si era finto venditore di arance assieme a un complice. Aveva puntato l’abitazione di una signora - probabilmente dopo averla vista ritirare la pensione in Posta - e si era fatto aprire la porta di casa. Sull’uscio era riuscito a convincere la donna ad acquistare gli agrumi. Aveva attesto che la vittima prendesse la busta con i contanti e al momento propizio aveva proteso l’unica mano a disposizione per sottrarre l’intera somma. La donna aveva preteso la restituzione della cifra, riuscendo parzialmente nel suo intento. La maggior parte del denaro tuttavia era finita in mano al malvivente. Il complice era riuscito a scappare, facendo svanire le proprie tracce; ma per Romano, quel vistoso segno distintivo aveva consentito alla vittima di dare una descrizione tale da permettere agli inquirenti di rintracciarlo in breve tempo. E una volta preso, è stato facile ricondurre a lui un analogo colpo effettuato a Voltana nel marzo dello stesso anno.
La condanna
Accusato, ironia della sorte, di furto con destrezza, l’uomo, difeso dall’avvocato Luca Donelli (sostituito ieri in aula dall’avvocato Giorgio Vantaggiato), è comparso ieri davanti al giudice Andrea Chibelli che, non riconoscendo le aggravanti contestate nel capo d’imputazione, lo ha condannato a sette mesi.