Ravenna, picchiata e obbligata a sniffare. Poi lui tenta di dare fuoco al cane
Obbligata a sniffare
Gli episodi risalgono all’inizio del 2015, tutti concentrati nel mese di marzo, con un’escalation di violenze avvenute quasi tutte tra le mura domestiche e rese ancor più cruente quando a dominare erano alcol e droga. Era accaduto così che il 31enne, dopo aver assunto cocaina, avesse preso per i capelli la convivente trascinandola fino al tavolino in cui aveva preparato la dose. Le aveva sbattuto poi la faccia contro il mobile per costringerla a sniffare.
Era ubriaco e su di giri anche in un’altra occasione, il 27 marzo, quando era bastata una banale discussione per strappare i capelli della ragazza. L’aveva trascinata in terrazzo afferrandola per il collo, per poi minacciarla di buttarla di sotto. Dopodiché le era salito a cavalcioni prendendola a pugni al volto, nel costato e nello stomaco, fino a darle un morso nel labbro. Infine, con lei ormai esanime a terra, aveva sollevato la superficie in vetro di un tavolino promettendo di spaccarglielo addosso. Solo allora l’aveva lasciata andare all’ospedale, dove i medici le avevano diagnosticato 21 giorni di prognosi.
Prima ancora, il 6 marzo di quell’anno, l’aveva aggredita in strada dandole un calcio, per poi proseguire in casa. Qui, la follia aveva preso il sopravvento sulla gelosia: il ragazzo aveva afferrato un coltello minacciando prima di ferirsi, quindi lo aveva usato contro parete e cuscino per farle capire di che cosa sarebbe stato capace.
L’accendino contro il cane
Le vessazioni non avevano risparmiato nemmeno il cagnolino della ragazza. Gli toglieva acqua e cibo, l’aveva pure preso a calci e pugni. In un’occasione aveva tentato di dargli fuoco usando un accendino. Per tutte queste ragioni il vice procuratore Simona Bandini ha chiesto la condanna a un anno e otto mesi. Il giudice Andrea Chibelli ha invece stabilito una pena più mite, sei mesi.