Beccato con l’erba in auto a Lugo, incolpa il compagno di classe

Faenza

LUGO. Si stavano preparando per la serata in un locale della città. O meglio, stavano preparando le dosi da spacciare ai coetanei. È con questa accusa che un neo diciottenne faentino è stato arrestato mercoledì sera nella zona industriale, vicino al Mc Donalds, per detenzione di marijuana ai fini di spaccio. Tra le quantità trovate in un’aiuola vicino all’auto e quella rinvenuta a casa della nonna di uno dei due, i carabinieri della Stazione di San Lorenzo hanno recuperato circa 24 grammi.

L’indirizzo della nonna

Quando i carabinieri, mercoledì sera, hanno dato un’occhiata all’aiuola accanto all’auto dei due ragazzi, compagni di classe in un istituto superiore faentino, hanno recuperato in tutto quattro dosi. Due di queste erano dentro un sacchetto di quelli utilizzati per spedire gli acquisti online e riportava l’indirizzo di casa della nonna di uno dei due giovani. I militari hanno così proceduto alla perquisizione dell’abitazione dell’anziana, ritrovando una modica quantità di stupefacente e un bilancino di precisione de dello stesso identico tipo di quello trovato anche a bordo dell’auto. A casa dell’altro ragazzo, invece, non sono stati trovati quantitativi di droga. Per questo le manette sono scattate solo per il giovane che viveva con la nonna.

Colpe addossate all’amico

Il giovane arrestato - un volto nuovo per le forze dell’ordine - ha giustificato davanti al giudice Andrea Ghibelli il possesso dello stupefacente, rispondendo anche alle domande del vice procuratore onorario Katia Ravaioli. Ha spiegato che il quantitativo trovato a casa era per uso personale, mentre la droga trovata vicino all’auto era invece del compagno di classe, che in qualche modo era venuto in possesso della confezione di un suo acquisto online, indirizzato all’abitazione della nonna. Ragione per cui il ragazzo, avrebbe anche cercato di contattare via whatsapp l’amico la mattina seguente all’arresto, invitandolo ad assumersi le proprie responsabilità. Proposta evidentemente non accolta, tanto che il Vpo ha chiesto l’obbligo di dimora come misura restrittiva.

“Erba” per stimolare l’appetito

La difesa del ragazzo, tutelato dall’avvocato Laerte Cenni, ha sostenuto che la regolare assunzione di marijuana - confessata dal giovane per giustificare il quantitativo rinvenuto a casa - serviva a stimolare l’appetenza alla luce di un disturbo medico certificato sofferto dal giovane. FED.S.

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