Josefa al contrattacco: «Non mi farò processare fuori da un tribunale»

Rimini

RAVENNA. «Non mi farò processare fuori da un tribunale». «Questa è una democrazia, non un regime, credo che i padri costituenti alla fine della guerra non avessero in mente un Paese dove le cose vanno in questo modo». E ancora «Qualcuno oggi (il Corriere Romagna e il Resto del Carlino ndr) ha pubblicato atti che dovevano rimanere segreti ed è stato compiuto un delitto». A parlare è un senatore del Pd: Sefi Idem. E anche questa volta l’ex ministro lampo del Governo Letta è costretta a partire dalla fine, proprio come il titolo del suo libro, presentato ieri al Caffè letterario di via Diaz. Inevitabile l’assedio dei cronisti che, non ce ne voglia l’autobiografia autorizzata, erano però più che altro interessati alla sua prima apparizione pubblica a Ravenna, dopo la notifica della conclusione delle indagini per truffa aggravata.

La Idem non si tira certo indietro. E questo le va riconosciuto. Arriva con puntualità, affronta i cronisti in strada e al moderatore Matteo Cavezzali, un po’ imbarazzato, sottovoce dice: «adesso prendo in mano la situazione io». Il resto è un monologo. Comprensibile, ma in gran parte scontato.

«Vedo tanti giornalisti interessati alle mie parole - attacca - ma dico subito che non sono disposta ad alimentare un processo mezzo stampa. Questa era una pagina della mia vita che avrei voluto cancellare e per la quale ho sofferto tantissimo, anche dal punto di vista fisico. Quando scoppiò il caso mi dimisi subito da Ministra perché capivo la pancia della gente e anche il messaggio che era passato: “noi facciamo sacrifici, loro non pagano l’Imu”. Ma ora sarebbe bello far sapere alla gente che la “furba” Idem è così furba che deve riavere dal Comune 2.000 euro indietro, perché mi han detto che ho pagato troppo. Mi dispiace tornare a parlare di certe vicende - continua l’ex olimpionica - anche perché sono cose già scritte anche nel mio libro (a dire il vero il volume è uscito in ottobre, l’avviso di conclusione indagine è di gennaio ndr), ma forse - ironizza - è meglio così; vuol dire che venderemo qualche copia in più. Del resto in vita mia non sono mai stata cercata tanto. Nemmeno quando vinsi le olimpiadi c’erano così tanti giornalisti per le vie di Santerno. Il mio fornaio scherzando mi ha detto: “Sefi, ma quando te lo inventi un altro scandalo? Non ho mai venduto così tanti panini. E’ stato un affarone». Incassa una risata e poi torna seria: «Un complotto politico? No. Non ci credevo allora e non ci credo adesso. E’ stato solo un esposto di Ancisi. E dire che ero entrata in politica pur avendo un lavoro che mi ero costruita da sola: facevo consulenze alle aziende e volevo cambiare certe cose come l’eccessiva burocrazia del Paese e la difficoltà di fare sport». L’ultima domanda del moderatore è ancora di stretta attualità: «Confermi che rinuncerai ai benefici pensionistici? Sorpresa di vedere il Comune parte civile?». La Idem, questa volta, riparte dall’inizio: «Non mi farò processare fuori da un tribunale».

 

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui