Gli sequestrano il tir e ritirano la patente. Nella notte si toglie la vita in albergo
Il ritrovamento
A dare l’allarme, poco dopo mezzogiorno di ieri, l’addetta alle pulizie dell’albergo che, entrando nella stanza, si è imbattuta nel cadavere dell’uomo, un camionista polacco di 49 anni. Da un primo esame esterno, il decesso sembrava risalire ad alcune ore prima, probabilmente il mattino stesso. Esclusa la pista di qualcuno entrato dall’esterno, dal momento che la stanza era regolarmente chiusa dall’interno e non mancava nulla in camera, i militari dell’Arma hanno cercato elementi che potessero spiegare il gesto. Ma non trovando alcun riscontro né scritti, l’ipotesi al momento ritenuta più verosimile è che la decisione di togliersi la vita possa essere ricollegata allo sconforto per quanto accaduto il giorno precedente, quando il camionista era stato fermato da una pattuglia della Stradale di Faenza.
Il fatto precedente
Gli agenti erano intervenuti perché il tir era stato notato ondeggiare pericolosamente lungo l’Adriatica col rischio concreto di provocare un incidente. Così una volta raggiunto, l’autotrasportatore è stato fatto accostare all’altezza dei laghetti dello sci d’acqua a Fosso Ghiaia per un controllo. Positivo al pre test per la guida in stato di ebbrezza, il 49enne – che aveva compiuto gli anni pochi giorni fa – ha rifiutato di sottoporsi all’etilometro. Inoltre, dalle verifiche effettuate, è emerso che pur circolando il camionista risultava a riposo, che a bordo del mezzo era presente una calamita per alterare il cronotachigrafo e influire così sui dati di guida e che la documentazione relativa al trasporto era lacunosa e incompleta. Infrazioni e irregolarità che hanno fatto scattare una serie di sanzioni, tra cui il sequestro del tir e il ritiro della patente. Un atto dovuto da parte degli agenti, che non potevano certo far finta di nulla e che si sono limitati ad adempiere al loro dovere. Il mezzo è stato così rimosso e il camionista accompagnato in albergo dove ha pagato il conto per la notte. Ma col passare delle ore, forse ripensando all’accaduto e alle conseguenze che ne sarebbero derivate, probabilmente l’uomo ha realizzato di essersi cacciato in un guaio facendosi sopraffare dallo sconforto. (gi.ro.)