Abbandono animali, a Faenza è allarme. L’Enpa: «Un caso a settimana»

Faenza

FAENZA. È una piaga che si ripresenta puntuale ad ogni estate, quando le famiglie partono per le vacanze lasciando la città: l’abbandono degli amici a quattro zampe durante il periodo delle ferie, cani o gatti ma anche altri esemplari di animali da compagnia, sembra rimanere un’opzione percorribile per molti, nonostante le sanzioni previste dalla legge.

I casi

Una pratica di inciviltà con cui l’Enpa di Faenza è purtroppo abituata a misurarsi, e con una frequenza che potrebbe lasciare stupiti: «in questo periodo registriamo in media un abbandono a settimana sul nostro territorio – spiega il presidente Maria Teresa Ravaioli –. Sono cifre piuttosto anomale, perché solitamente il fenomeno è meno presente nel nord Italia. In genere gli animali vengono lasciati in strade limitrofe o di campagna e di rado ci imbattiamo in cani o gatti ridotti a scheletro, anzi presentano buone condizioni. Probabilmente si tratta di cuccioli che, una volta cresciuti, non sono più in grado di essere gestiti dai padroni o regali di cui ci si vuole liberare». L’ultimo caso di cane abbandonato, per ora, è quello di una femmina, un incrocio con un pitbull, ritrovata nei giorni scorsi sulla via Emilia tra Castelbolognese e Faenza: «Non aveva il microchip – racconta Ravaioli – e per questo sarà difficile risalire al padrone. Noi consigliamo sempre di microchippare gli animali domestici, oltre che di sterilizzarli». Un altro caso particolarmente doloroso per tutti i volontari si è verificato ad inizio estate. «Il 22 giugno abbiamo trovato in un cassonetto della spazzatura sette gattini: sei erano morti, ma l’unica superstite se la sta cavando». In una storia come questa, certo non diversa da molte altre, è possibile trovare la crudeltà degli uomini e, allo stesso tempo, la forza di una piccola vita.

Le strutture

L’associazione faentina gestisce due strutture, il Rifugio del Cane in via Righi e il Canile municipale in via Plicca, a Granarolo. «In totale si parla di circa 110 cani di cui prendersi cura – prosegue Ravaioli –. I nostri volontari si occupano anche dei gatti: ne abbiamo circa 400 sparsi per le varie oasi feline, tutti sterilizzati, vaccinati e dotati di microchip». Il lavoro dell’Enpa nel Faentino è continuativo da mezzo secolo e oltre al lato pratico non tralascia la sensibilizzazione, rivolta specialmente verso le nuove generazioni: «abbiamo all’attivo varie collaborazioni con le scuole, ma bisogna proseguire la battaglia perché i risultati non sono ancora sufficienti. Il problema è di tipo culturale, riguarda i nostri comportamenti. Andrebbero inasprite le pene per chi abbandona un animale, ma è altrettanto importante fare informazione: non è obbligatorio prendere un cane o un gatto. Un amico non si compra, si sceglie».

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