Mucillagine, è ancora allarme nel Ravennate. E ora arriva la temibile "noce di mare"

Ravenna

RAVENNA. La temperatura del mare in superficie è aumentata di due gradi in una settimana (ora si aggira sui 29 gradi); una condizione che, abbinata alla “bonaccia”, continua a favorire la proliferazione della alghe. E le previsioni non dicono nulla di buono per risolvere una situazione che rischia di essere una vera tegola per l’industria del turismo, proprio nel periodo centrale di agosto: almeno per i prossimi 6-7 giorni il quadro meteorologico non è destinato a cambiare.

Il nuovo bollettino della motonave Daphne di Arpae – rientrata ieri pomeriggio dal monitoraggio della costa da Lido di Volano a Cattolica, da 500 dalla costa, fino a 20 chilometri al largo – rileva l’aumento, in tutta l’area controllata, della concentrazione di clorofilla, soprattutto procedendo verso nord; le microalghe, nelle vicinanza del delta, conferiscono all’acqua una colorazione rossa. Sempre a nord si evidenziano alcune aree di ipossia (bassa concentrazione di ossigeno), mentre ovunque restano buoni i valori di trasparenza.

La mucillagine, rilevata nel precedente monitoraggio in forma di filamenti, ora si presenta sotto forma di “reticoli di piccole e grandi dimensioni”; materiale che tende ad affiorare “nella zona centrale e parte di quella meridionale, spostandosi verso la costa nelle ore più calde della giornata e in base ai venti predominanti”.

«Con le fioriture microalgali, in presenza di caldo e della stasi dell’acqua, si assiste alla degradazione del materiale organico, per cui le microalghe, quando decadono sul fondo, consumano ossigeno generando ipossia, che dal punto di vista delle conseguenze dei fenomeni eutrofici è la più importante», spiega Carla Rita Ferrari, direttrice della struttura oceanografica Daphne. Non si registrano al momento morie di pesci.

Meduse e specie aliene

Nel mare caldo di agosto proliferano due specie di meduse, la Cotylorhiza tuberculata e la Rhizostoma pulmo, entrambe non urticanti. Preoccupa invece – al largo della costa settentrionale – l’avvistamento dello ctenoforo Mnemiopsis leidyi, conosciuto come “noce di mare” e simile a una medusa: si tratta di una specie non urticante, ma estremamente vorace e pericolosa per la fauna marina. Originaria dell’Atlantico, è comparsa nel nord Adriatico da un paio di anni.

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