Tumore causato dall'amianto: assolti quattro ex dirigenti Cmc

Rimini

RAVENNA. Assolti per non aver commesso il fatto. Questo l’esito del processo per i quattro ex dirigenti della Cmc di Ravenna a giudizio per omicidio colposo.

Erano tutti accusati di responsabilità per la morte di un ex dipendente della cooperativa che, dal 1963 a fine anni ’90, avrebbe lavorato a contatto con l’amianto. Il muratore scopri di essersi ammalato di asbestosi polmonare nel 2009.

Il pubblico ministero Cristina D’Aniello aveva chiesto per tutti la condanna a un anno di reclusione, nonostante la derubricazione del reato da omicidio colposo a lesioni colpose.

Nel corso dell’ultima udienza, infatti, si era venuto a sapere, grazie a un testimone, che in realtà l’operaio decise di togliersi la vita circa due anni dopo aver scoperto la sua terribile malattia.

Dal punto di vista umano un finale forse persino più tragico di quanto si potesse ipotizzare, ma tecnicamente non si poteva certo più parlare di omicidio colposo.

L’ex dipendente della Cmc aveva scoperto la sua malattia nel 2009, anno in cui l’Inail presentò un esposto in procura.

L’anno seguente una perizia eseguita in incidente probatorio aveva fatto emergere come chiara causa della patologia il lavoro svolto a contatto con le fibre d’amianto.

Il medico anatomopatologo Anna Vercelli, aveva evidenziato come l’asbestosi polmonare sia causata esclusivamente dalle fibre di amianto e quindi il fatto che l’uomo fosse stato anche un fumatore - aspetto sollevato dal consulente della difesa Adriano Tagliabracci - era da ritenersi ininfluente.

Da qui la richiesta di rinvio a giudizio per i quattro dirigenti della Cmc, cooperativa per il quale il muratore lavorò fino alla pensione, arrivata a fine anni novanta.

Ieri il giudice Rossella Materia ha però assolto i quattro ex dirigenti, difesi dagli avvocati Mirca Tognacci e Roberto Fariselli. (c.d.)

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