Morte sulla provinciale, funzionario condannato

Rimini

RAVENNA. Una condanna e un’assoluzione per la morte di Antonio Marasca, il camionista morto a soli 43 anni in un incidente stradale avvenuto il 13 maggio del 2010 sulla strada provinciale Gardizza.

Ma l’aspetto particolare della sentenza emessa ieri dal gup Antonella Guidomei (al termine del processo celebratosi con rito abbreviato condizionato) è che l’assoluzione (per non aver commesso il fatto) è stata per il conducente dell’altro camion coinvolto nello scontro, mentre il condannato (due mesi e 20 giorni con la sospensione condizionale della pena) è un dirigente in pensione della Provincia, all’epoca responsabile della manutenzione delle strade.

Ed era infatti una strada provinciale anche quella in cui perse la vita il 43enne di origini napoletane, Antonio Marasca, sposato e con tre figli, all’epoca residente a Castel Bolognese.

L’indagine del pm Cristina D’Aniello aveva allargato i suoi orizzonti dopo l’esposto in procura presentato nell’agosto del 2010 dall’avvocato Stefano Bernardi, il legale che tutelava la vedova e i figli di Marasca. Allegata a quell’esposto c’era anche la perizia commissionata all’ingegnere Jerry Mancini per ricostruire le cause dello scontro mortale. L’incidente avvenne sulla sp 59 “Gardizza”, in un tratto compreso nel comune di Conselice, non lontano da Giovecca. Marasca stava guidando un autoarticolato Scania di sua proprietà diretto all’Unigrà, trasportando un carico di margarina. Giunto all’altezza di una curva, il 43enne perse improvvisamente il controllo del tir. «La strada in quel punto - scriveva il Corriere del 14 maggio 2010 - risulta particolarmente stretta, tanto che è probabile che il camion si sia spostato a lato per evitare il contatto con un altro autoarticolato». Tir guidato da un 38enne rumeno residente a Campi Bisenzio (difeso dagli avvocati Christian Biserni e Valentina Fussi) che viaggiava in direzione contraria. I due mezzi si toccarono, così come dimostrato dalla rottura di entrambi gli specchietti anteriori sinistri e il tir di Marasca, forse per evitare un contatto peggiore, finì con una ruota oltre la carreggiata scivolando quindi nell’argine. Per il 43enne - che non aveva le cinture di sicurezza allacciate - non ci fu nulla da fare. L’inchiesta, in un primo momento, venne chiusa senza che venisse indagato nemmeno l’altro camionista. Ma alla luce della perizia di parte il fascicolo venne riaperto e fu disposto un incidente probatorio che - secondo la procura - confermò una sostanziale insicurezza della strada nel luogo dell’incidente che, nel punto del contatto fatale, misurava appena 4,65 metri, quindi una larghezza non sufficiente a garantire il doppio senso di circolazione, in quanto nettamente inferiore al limite di 5,50 metri richiesto dal codice della strada. Il pm aveva chiesto 8 mesi per entrambi gli imputati. Motivazioni entro 90 giorni.

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