Crociere sfumate, Ap si difende: «Scavi “tampone” per rimediare»

Ravenna

RAVENNA. «Sia ben chiaro, per l’Autorità di sistema portuale la crocieristica è “core business”. Attueremo soluzioni tampone per non avere ulteriori problemi per la stagione 2018 e saremo certamente a posto per la stagione 2019».

Daniele Rossi lo ripete due volte, sillabando, quella preferenza dell’ente che presiede sulle crociere. L’incontro con la stampa avviene a due settimane da quella prima “toccata” sfumata della Mein Schiff e dopo la denuncia, da parte del sindacato guide turistiche, che dichiarava come «altre due navi hanno già rinunciato all’attracco e saranno come minimo nove in tutto quelle a non fermarsi a Ravenna, con 18.700 crocieristi persi».

L’alternativa rifiutata

Il motivo, come ben noto, è l’insabbiamento del porto canale e la riduzione del pescaggio che ha impedito alle navi che necessitano di tutti o quasi gli attuali 9,5 metri di profondità di fermarsi al Terminal Crociere di Porto Corsini: «Era stato proposto agli armatori di attraccare al T&C – ricorda Rossi -, ma hanno ritenuto di non doverlo fare. Loro libera opportunità come imprenditori». «Si può eccepire che il T&C non abbia il medesimo appeal di Porto Corsini – gli fa eco il vicesindaco Eugenio Fusignani -, ma era la prima meta deputata all’attracco delle crociere a Ravenna. La città quindi era in grado di ospitare quelle navi, questo deve essere chiaro».

Scavi “tampone”

La soluzione? Ce n’è una tampone, che sarà messa in campo nella prima settimana di agosto. Per quella definitiva, però, bisogna aspettare il progetto Hub portuale: «Le casse di colmata sono piene e per fare gli escavi del porto canale bisogna prima svuotarle. All’arrivo della registrazione della delibera del Cipe interverremo. Con quell’intervento arriveremo a -12,5 e quindi non avremo mai più alcun problema con alcuna nave da crociera». Nel frattempo è stato fatto un bando per un dragaggio di emergenza: «Non posso esprimermi sui ribassi, ma la base d’asta è 150mila euro per questo tipo di intervento – torna a spiegare il presidente dell’Autorità portuale -. Significa prendere un decimo dei sedimenti che dovremmo asportare e trasferirli in attestazione alla diga foranea nord. Perché non lo abbiamo fatto prima? Semplicemente è un intervento tampone, che può avere effetti risolutivi anche solo per due o tre settimane. Infatti se dovesse essercene la necessità lo ripeteremo una seconda volta prima della fine della stagione».

Le polemiche

Con l’auspicio che nel frattempo si smontino le polemiche: «Siamo a questo punto per un decennio di progettazioni sbagliate sull’approfondimento dei fondali – dice secco il vicesindaco -. Ora però non è il momento delle polemiche e quelle forze politiche che ingigantiscono il problema facendo pensare che a Ravenna non possano più attraccare navi da crociera. Così facilitiamo i nostri dirimpettai dall’altra parte dell’Adriatico».

Intanto si pensa al futuro: «Un bando di gara per un general contractor e investimenti importanti per la promozione del porto sono il prossimo passo da intraprendere – conclude Rossi -. Il porto di Ravenna è rinfuse secche, è container ma è anche crociere. Lo abbiamo ben presente».

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