Ritrovato nel fiume il cadavere della donna scomparsa da tre giorni

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BAGNACAVALLO. È stato trovato ieri, attorno alle 12.15, il corpo senza vita di Luana Landi, la 51enne di Masiera di Bagnacavallo che da giovedì scorso non aveva più dato notizie di sè.

Il cadavere è stato individuato, dal gruppo sommozzatori dei vigili del fuoco di Bologna, semisommerso e impigliato nell’intricata vegetazione del fiume Reno, circa due chilometri a valle del Ponte della Bastia. Riportati i poveri resti a terra, è stata effettuata una prima ricognizione sul corpo, poi spostato alla camera mortuaria di Lugo. Una seconda ispezione cadaverica è in programma per la mattinata di oggi. Della scoperta è stato informato il pubblico ministero di turno.

Probabile il suicidio

Il medico legale non ha riscontrato ferite o traumi riconducibili a gesti violenti da parte di terzi, e ha stabilito che il decesso sarebbe avvenuto tra giovedì (il giorno della scomparsa) e venerdì mattina. L’ipotesi più probabile, oramai quasi certa, è che la donna si sia tolta la vita volontariamente gettandosi nel fiume. Non ha lasciato in ogni caso messaggi o biglietti di addio ai famigliari, in cui spiegasse eventualmente le ragioni delle sue intenzioni suicide.

La sparizione

La donna era uscita di casa giovedì mattina, diretta al lavoro (faceva le pulizie in un condominio) e poi dal medico. Da quel momento ha fatto perdere le sue tracce: non era più rientrata. I famigliari l’hanno attesa sino a tarda notte, poi venerdì mattina il compagno aveva dato l'allarme ai carabinieri di Fusignano che, insieme alle altre forze dell'ordine, avevano subito avviato le ricerche.

Le ricerche

Alle operazioni avevano partecipato anche squadre della protezione civile di Lugo e Ravenna, vigili del fuoco, sommozzatori, forze di polizia. Utilizzati anche i droni e le unità cinofile. A coordinare le operazioni il dirigente della polizia di stato del commissariato di Lugo, Angelo Tancredi.

L’auto e il cellulare

La sua auto, una Ford Fiesta di colore scuro, era stata ritrovata chiusa a chiave a Ponte della Bastia abbandonata nel piazzale di sosta di un percorso arginale cicloturistico, nei pressi della ferrovia. Per quanto riguarda il suo telefono cellulare (che rispondeva a vuoto alle chiamate del fratello) il gps lo aveva individuato in una zona di aperta campagna, a circa tre chilometri di distanza dalla vettura abbandonata. Ma non è mai stato individuato e trovato.

Le operazioni di ricerca avevano battuto tutta la zona attorno a Ponte Bastia, tra il Ravennate e il Ferrarese, golene, zone di campagna, laghetti e il corso del Reno. Qui a bordo di un gommone i sommozzatori dei vigili del fuoco avevano scandagliato più volte le rive del fiume, sino a San Biagio di Argenta e Filo. Fino al tragico ritrovamento del corpo, intrappolato tra le fronde della folta vegetazione di una sponda del corso d’acqua.

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