Appena processato per stalking torna a perseguitare la ex

RAVENNA. Appena la ex ha preso la parola per raccontare dei continui pedinamenti e delle minacce di morte ricevute, lui è saltato su in aula e le ha intimato di smetterla di raccontare quelle che a suo dire – parafrasando le volgarità – erano solo menzogne. Un intervento per il quale l’imputato – un 40enne di origini napoletane finito alla sbarra con l’accusa di stalking – è stato allontanato dall’aula dal giudice. È iniziata con le scintille la prima udienza davanti al giudice Cecilia Calandra, a poco più di un anno da quando lo stesso uomo aveva patteggiato un anno e sei mesi (con pena sospesa) per il medesimo reato, sempre nei confronti della ex.

«Uomini pagati per farla sparire»

Ad arricchire il fascicolo aperto dal pm Monica Gargiulo – a un anno dalla chiusura del precedente procedimento a carico del 40enne – è stata la registrazione effettuata da un comune amico dell’uomo e della vittima. Il quale avrebbe riferito di aver ascoltato l’uomo affermare di aver pagato un anticipo per assoldare due uomini, uno per “fare sparire” la ex e l’altro per fare finire sulla sedia a rotelle l’attuale compagno. Frase che l’imputato ha giustificato come tentativo di mettere paura alla ex, perché la smettesse di presentare tutte quelle denunce. Invece la ragazza – tutelata dall’avvocato Francesco Manetti –, ha raccontato ieri in aula degli episodi di minacce, appostamenti fin sotto casa, le vessazioni su Facebook che avevano costretto la giovane a bloccare il profilo dello stalker, fino all’aggressione al nuovo compagno di lei. In quell’ultima circostanza il 40enne aveva fronteggiato il l’uomo considerato “rivale” in amore a Milano Marittima, davanti al negozio di quest’ultimo, scagliandogli un pugno in faccia.

Già processato per stalking

Le insistenze del 40enne si erano placate per un po’ nei mesi del primo processo per stalking. Aveva conosciuto la giovane nel gennaio del 2016 ma la storia si era incrinata nei mesi successivi, fino agli episodi di violenza refertati anche dal 118 che nel settembre dello stesso anno avevano portato all’arresto. La ragazza era stata picchiata e minacciata anche con un coltello. L’uomo era stato liberato con il divieto di avvicinarsi alla donna e ai luoghi frequentati da lei, e a questo si era attenuto fino al patteggiamento, nel marzo dell’anno scorso. Concluso il processo erano però ricominciate le vessazioni. Un déjà vu, ricostruito ieri in aula dai carabinieri e dai testi citati dal sostituto procuratore.

A questi seguiranno i testi della difesa e l’esame dell’imputato, tutelato dall’avvocato De Masi del foro di Napoli e presente ieri in accanto al legale, almeno prima di farsi cacciare dal giudice per quella frase ancora una volta minacciosa pronunciata in un’aula di un tribunale.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui