Fondali insabbiati: persi 19mila crocieristi. Le guide: «Rischio emorragia per anni»

RAVENNA. Nove crociere annullate per tutta la stagione e quasi 19mila turisti che non potranno vedere Ravenna, venendo dirottati verso la Croazia. Sono queste le prime reali conseguenze dell’insabbiamento del fondale del nuovo terminal passeggeri di Porto Corsini e dei lavori che per troppo tempo sono stati rimandati. Le navi non arriveranno sulle nostre coste non per via del maltempo o per un inaspettato cambio di programma da parte della compagnia, ma semplicemente e tristemente perché non possono, in quanto avvicinandosi troppo al porto rischierebbero di arenarsi nella “montagna” di sabbia.

La notizia arriva direttamente dal sindacato guide e accompagnatori turistici di Confcommercio e dalla sua presidente Federica Mazzotti, che stenta a trattenere la rabbia per la situazione che quest’anno si è venuta a creare.

19mila turisti in meno

Riepilogando, dopo l’approdo saltato da parte di Mein Schiff dello scorso 16 giugno, anche le altre società hanno deciso di lasciar perdere Ravenna, che in pochi giorni ha subito le cancellazioni di tre scali da parte di Vision of the Seas-Royal Caribbean, degli altri quattro previsti di Mein Schiff e di quello di Oceania previsto per lunedì. Basta una calcolatrice per arrivare all’importante cifra di 18.700 turisti che Ravenna vede svanire nel nulla.

I danni all’indotto

A livello di indotto si tratta di un danno non certo secondario, basti pensare che per la nave saltata del 16 luglio, ad esempio, «le escursioni vendute avevano già confermato l’impegno di 24 pullman con relative guide e accompagnatori – precisa Mazzotti –. I pullman avevano una media di 40 passeggeri, perciò uscivano in escursione circa 960 passeggeri, mentre gli altri mille si sarebbero potuti recare in città». Si tratta quindi di possibili acquirenti per i negozi e per i ristoranti della città andati in fumo.

L’emorragia continua

Le brutte notizie non terminano però qui. Il dato potrebbe infatti salire fino a 11 crociere cancellate, dato che Oceania ha già fatto sapere che anche le date di scalo del 12 agosto e del 24 settembre, a questo punto, sono in forse. Facendo potenzialmente salire l’emorragia di turisti a quasi 23mila. «Ma questo è ancora poco – aggiunge la guida –, se si pensa che le compagnie stanno già pianificando gli itinerari per il biennio 2020 - 2021. Dunque rischiamo di perdere scali di una certa consistenza per vari anni. Ritengo quindi, basandomi sui dati, che l’insabbiamento del porto rappresenti una grandissima perdita economica non solo per guide e accompagnatori turistici, ma per tutta la città e per la sua immagine». Musei, monumenti, bar e i già citati ristoranti e negozi hanno infatti perso migliaia di potenziali clienti.

E lo stesso vale per tante altre città emiliano romagnole, dato il porto di Ravenna sarebbe l’unico in grado di ospitare crociere di elevate dimensioni, facendone un luogo di grande interesse anche per Bologna, da cui sono giunte telefonate di fuoco alle guide locali per via dell’ingente perdita economia e dal futuro incerto. «Insieme ai miei associati – chiude Federica Mazzotti – auspico una rapida soluzione del problema. Anche se purtroppo il timore è che si già troppo tardi».

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