«Violenza e risse, non ne possiamo più»: il grido dei residenti della Gulli

Ravenna

RAVENNA. Esasperazione. È senza dubbio questa la parola che più di altre riesce a tracciare lo stato d’animo dei residenti nel quartiere Gulli. Dopo i due giorni di violenze che hanno segnato le nottate di lunedì e martedì scorso, oggi a prendere la parola sono proprio quei cittadini stanchi. Anzi stanchissimi. «Non ne possiamo davvero più. La situazione qui è diventata drammatica». Una frase che non lascia spazio a fraintendimenti quella pronunciata da Anna Greco, presidente del comitato cittadino Darsena. Lei forse più di tutti può parlare con cognizione di causa delle problematiche vissute nella zona, dato che ci vive da cinquant’anni. «Ho vissuto gli anni dei disagi legati al largo uso della droga – racconta – poi la “rinascita” degli ultimi anni, durante i quali si era tornati a respirare. Ora però è crollato tutto ancora una volta». È da oltre un anno infatti che la Greco, insieme a centinaia di altri residenti, ha deciso di sbattere i pugni sul tavolo delle istituzioni, chiedendo che vengano presi dei provvedimenti tesi a favorire la sicurezza nella Gulli. «L’anno scorso abbiamo fatto un esposto in procura raccogliendo 200 firme, per sottolineare le problematiche del quartiere. Ma poco o nulla è cambiato».

Le due risse dei giorni scorsi hanno però fatto riemergere l’esasperazione dei cittadini. La prima, avvenuta lunedì sera, ha visto un gruppo di sudamericani affrontarsi a colpi di bottigliate e cassonetti della spazzatura. La seconda, accaduta martedì sempre di sera, ha invece tutte le sembianze di un raid punitivo ai danni di extracomunitari. «Ero in casa quando ho visto un gruppo di giovani partire di corsa da in fondo alla strada e correre verso i loro “rivali”» è la testimonianza della presidente del comitato cittadino. Carabinieri e polizia stanno indagando in particolare su quest’ultimo caso, con lo scopo di capire se possa essersi trattata di un’operazione organizzata a tavolino. Al momento, tuttavia, non è ancora emerso nulla di rilevante, anche perché tutti i partecipanti alla rissa quella sera si sono dileguati, evitando di essere identificati.

Secondo la Greco le soluzioni dovrebbero partire da due azioni forti e dirette. Azioni che la donna ha già proposto alle forze dell’ordine e al vicesindaco Eugenio Fusignani. «Prima di tutto bisogna individuare tutti i delinquenti riconosciuti tali che si trovano nel quartiere e mandarli fuori dalle case popolari». Il secondo punto riguarda invece tre realtà commerciali che, a dire dei residenti, sarebbero la fonte principale di tante difficoltà. «Si tratta di una macelleria, un negozio di generi alimentari e di un bar. Sono le uniche realtà che rimangono aperte oltre la mezzanotte, diventando così inevitabilmente zone di stazionamento per malintenzionati». Nella speranza che le parole possano assumere ancora più forza, il comitato cittadino ha deciso di iniziare una seconda raccolta firme, con l’intento di chiedere che ai tre negozi venga imposta la chiusura entro e non oltre le otto di sera. «Nel frattempo – chiude la Greco – ho scritto anche al Questore e al neo Ministro dell’interno di tutti i nostri disagi. Vedremo chi risponderà».

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