«Aborti dirottati a Lugo a causa di un “ingorgo” di parti programmati»

Lugo

RAVENNA. «Trasferimenti a Lugo per le interruzioni volontarie di gravidanza? Sì, è accaduto. Per una settimana. Ma ho chiesto di trovare nuove prassi e ora il problema è risolto».

Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale torna sul caso relativo all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna e se, da un lato, conferma le preoccupazioni che erano state sollevate dalla coordinatrice della Casa delle Donne Barbara Domenichini ed esplicitate in un’interrogazione dal consigliere di Ravenna in Comune, Massimo Manzoli, dall’altro esplicita motivazioni e soluzione alla problematica.

Tempi più brevi

Proprio nel periodo in cui si celebrava il quarantesimo anniversario della legge 194 si era diffusa una spiacevole voce. Pareva infatti che le donne che si trovavano nella necessità di interrompere una gravidanza indesiderata fossero trasferite a Lugo per la pratica.

«Da verifiche relative alle segnalazioni che mi sono pervenute – spiega il sindaco, che ha anche la delega in Giunta sulla Sanità –, sono venuto a conoscenza che per circa una settimana alle donne che si rivolgevano all’ospedale di Ravenna per chiedere una Ivg veniva proposto di andare a Lugo. Da quello che so, veniva loro consigliato per fare in modo che il servizio venisse effettuato in maniera più celere».

“Ingorgo” di cesarei

Il primo cittadino sottolinea però che l’obiezione di coscienza non c’entra nulla con il disagio che si era creato: «Si è trattato di un problema logistico – spiega –. Molti parti cesarei erano stati concentrati su Ravenna e questo ha creato un “ingorgo” che ha rallentato sia le visite ginecologiche che le Ivg. Pur comprendendo la difficoltà oggettiva, ho chiesto all’Ausl di sopperire perché l’interruzione volontaria di gravidanza è una pratica medica che necessita di una sua linearità e doveva essere garantita anche all’ospedale civile del capoluogo. Non è un fatto di campanilismo – tiene però a precisare il primo cittadino –: ci sta che per altri servizi ci si possa spostare all’interno della provincia, per l’Ivg no. Si tratta di una prestazione troppo delicata».

Ora quindi si è operata una riorganizzazione: «Adesso l’attività chirurgica viene coperta dal blocco operatorio, quindi non ci saranno più disagi su Ravenna né per l’Ivg né per le visite ginecologiche».

Gli obiettori

Era stata la stessa Ausl a riferire al Corriere dell’insussistenza delle voci, esplicitando che a Ravenna l’incidenza di medici obiettori era di 13 su 32, e che i diritti venivano garantiti: «In effetti il servizio relativo all’interruzione di gravidanza non è mai stato effettivamente sospeso. Ma su una questione così sensibile è giusto che non si ingenerino disguidi di alcun tipo». an.ta.

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