Casa pignorata e venduta da Equitalia

Rimini

RAVENNA. Per la quinta volta l’ufficiale giudiziario ha bussato alla sua porta. Stavolta, dopo che i precedenti tentativi di sfratto erano andati a vuoto, con un provvedimento firmato dal giudice che autorizzava le forze dell’ordine a portare fuori coattivamente il proprietario, Stefano Tassinari, 47 anni, e tutte le donne che compongono il suo nucleo familiare dopo la morte del padre avvenuta dieci mesi fa e la separazione dalla compagna: la nonna centenaria, ancora un esempio di autonomia a dispetto della carta d’identità ma pur sempre in là con gli anni, la madre 79enne e la sorella disabile.

Sul provvedimento c’era la data, quella di ieri, e si conosceva l’orario, le 10. A quell’ora sarebbero dovute iniziare le operazioni di sgombero della casa, pignorata da Equitalia e acquistata all’asta nelle scorse settimane da un immobiliarista. All’orario prefissato si sono presentate non solo le persone direttamente coinvolte (l’ufficiale giudiziario, uno dei legali della proprietà, quello che tutela Tassinari, l’avvocato Michele Lombini e un rappresentante dei servizi sociali) ma anche giornali e televisioni, compresa un troupe de La7 interessata al caso, sollevato per primo dal magazine Ravenna e dintorni. C’era, come previsto, anche la polizia. Ma gli agenti della Digos non erano intervenuti con l’intento di forzare lo sgombero, bensì per fare da mediatori tra gli sfrattati e il nuovo proprietario. D’altronde, la vicenda aveva toccato da vicino anche il questore Mario Mondelli che ha preso a cuore il caso, incontrando nei giorni scorsi lo stesso Tassinari.

Non c’è stato quindi bisogno di ricorrere alla forza. Dopo un confronto vis à vis, senza telecamere e taccuini, è stato raggiunto un compromesso, con il rinvio dell’esecuzione al 2 maggio. Un lasso di tempo in cui, anche con l’aiuto delle istituzioni, si cercherà una soluzione alternativa ad una storia con tanti vinti e nessun vincitore che al momento pare senza via d’uscite. Una vicenda intricata sotto il profilo burocratico e personale che si trascina da mesi. Tassinari, che risulta da sempre proprietario della casa, è tornato a vivere nell’appartamento di via Borromini senza sapere, a suo dire, che Equitalia gli stava pignorando la casa di famiglia per un debito di quasi 90mila euro tra tasse non pagate e contributi previdenziali non versati. Lui, ex perito di un’assicurazione attualmente senza occupazione, aveva avuto delle difficoltà economiche ma non sapeva nulla dal momento che, sostiene, avvisi e documenti erano stati notificati al padre che, gravemente malato, non gliene aveva mai fatto cenno. Anche per questo non si era rivolto a nessun avvocato se non quando ormai l’immobile era stato venduto. Un iter, ironia della sorte, scattato pochi giorni prima della rivoluzione normativa che impedisce ad Equitalia di procedere al pignoramento della prima casa. (gi.ro.)

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