Gratta e vinci spariti per 30mila euro. La dipendente: «Giocate inferiori»

RAVENNA. Si è giustificata dicendo di aver giocato solo qualche gratta e vinci e aver sempre rimesso i soldi in cassa, tenendo per se la differenza delle «piccole» vincite. Eppure la cifra di cui deve rispondere un’insegnante 70enne in pensione di Russi raggiunge i 30mila euro, pari all’ammontare del valore delle cartoline grattate mentre lavorava in una nota edicola del comune della Bassa Romagna. Fatti che la donna - difesa dall’avvocato Donatella Degirolamo del foro di Bologna - ha cercato di spiegare ieri in aula davanti al sostituto procuratore Adolfo Fabiani e al giudice monocratico Beatrice Bernabei.

«Giocavo quello che avevo in borsa»

Un’amica di famiglia e persona fidata, al punto che il titolare dell’edicola - costituitosi parte civile e tutelato dall’avvocato Giorgio Vantaggiato - le aveva chiesto la disponibilità per sostituirlo nella gestione dell’attività, mentre lui accudiva la moglie convalescente dopo alcuni problemi di salute. La 70enne era quindi stata assunta e pagata regolarmente tramite voucher. Prestazioni lavorative che erano già state “testate” fin dall’estate del 2012, ma che nel corso del 2015 sono sfociate nella denuncia.

«Giocavo giornalmente quel che avevo in borsa - ha spiegato ieri in aula l‘imputata -, 25, 30, 35 euro al giorno. Non ho mai vinto molto, a volte vincevo 5 euro e li rimettevo in cassa per ripagare il biglietto, oppure, se vincevo di più mettevo da parte i soldi, o li davo a mio figlio per pagare la benzina. Quali giocavo? Quelli colorati con i disegni».

Le telecamere puntate

La totale fiducia nei confronti della pensionata aveva iniziato a vacillare quando il titolare dell’edicola era stato contattato dalle banche. I gratta e vinci calavano ma gli incassi non salivano. Così quando a palesarsi sono state le banche - tra le prime a monitorare cali degli incassi nell’ordine del 30 e 40 per cento -, il titolare si è insospettito, fino a rivolgersi a un legale. L’idea delle telecamere è stata immediata. Oltre all’obiettivo presente all’interno dell’attività, è stato spostato l’orientamento di una webcam collegata al computer del titolare, in modo da rendere visibile in tempo reale quello che stava accadendo all’interno dell’edicola, e in particolare nella rastrelliera dei gratta e vinci posizionata sul muro opposto all’ingresso. E così, il 7 aprile 2014 sono stati inquadrati otto gratta e vinci passare tra le mani della maestra, poi altri nove sono stati sottratti dall’1 al 4 aprile. In un’altra occasione la dipendente è stata vista sottrarre denaro contante mentre era al lavoro. A quel punto il titolare si è rivolto ai carabinieri, facendo scattare la denuncia.

Chiesti 50mila euro di danni

L’accusa nei confronti della donna è di furto, aggravato dal fatto che ad aver compiuto il fatto, secondo l’accusa, è stata proprio una persona non solo considerata amica dal proprietario e dalla moglie, ma soprattutto nel corso di un’attività lavorativa retribuita dalle vittime. Ragion per cui la parte lesa ha chiesto 50mila euro a titolo di risarcimento tra danni patrimoniali e morali.

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