RAVENNA. Per aver concesso a un ambulante senegalese residente in provincia di Modena lo spazio all’interno dello stabilimento balneare per vendere prodotti etnici di abbigliamento e arredamento si è ritrovata nei guai anche una delle socie del bagno, uno dei più frequentati di Marina di Ravenna, obbligata in solido per la violazione delle norme sul commercio. Alla donna viene contestato l’aver agevolato l’abusivismo e rischia di dover farsi carico del pagamento dei 5.164 euro previsti per l’oblazione entro 60 giorni nel caso in cui il trasgressore non ottemperasse.
Le contestazioni
Contestualmente gli agenti della Polizia municipale che sabato pomeriggio hanno eseguito l’accertamento hanno anche elevato due sanzioni per complessivi 500 euro.
Una sempre nei confronti della titolare dello stabilimento per la mancata esposizione dell’autorizzazione relativa alla somministrazione di alimenti e bevande, la seconda invece a una dipendente sorpresa a tagliare verdure in cucina senza indossare il copricapo previsto.
L’accertamento
Nel corso dell’ispezione avvenuta nel pomeriggio di sabato i vigili hanno riscontrato che sotto una struttura in legno solitamente messa a disposizione dei clienti c’erano capi di vestiario appesi (in tutto 94 pezzi) oltre a borse di tela, teli da mare, zaini e bracciali in cuoio, collanine e orecchini e vasi e ceste in vimini, il tutto esposto su un tavolo sotto il gazebo. L’intero materiale è stato sequestrato.