Maltrattamenti all'asilo, pena confermata in Cassazione: una maestra portata in carcere

Ravenna

RAVENNA. Per Monica Medri si sono aperte martedì le porte del carcere di Forlì. Dopo la conferma della condanna in Cassazione, infatti, la pena a tre anni è diventata definitiva e per questo motivo i carabinieri della Compagnia di Lugo martedì sono andati a prenderla per accompagnarla nel penitenziario femminile per l’espiazione.

La 54enne di Lavezzola difesa dagli avvocati Andrea Visani e Guglielmo Gulotta era chiamata a rispondere dei maltrattamenti ai danni dei bambini dell’asilo “Mazzanti” di Conselice, una cinquantina in tutto vittime di vessazioni fisiche e morali; oltre alla coordinatrice dipendente della cooperativa Zerocento, il verdetto è diventato definitivo anche per l’ausiliaria Aba Nigro, 47enne di Lugo assistita dall’avvocato Raffaele Coletta, condannata a un anno e mezzo.

Il ricorso

Entrambe in primo grado avevano rimediato pene più alte, poi ridotte in appello per la prescrizione per alcune imputazioni ed entrambe avevano presentato tramite i loro difensori ricorso al terzo grado di giudizio proprio per puntare all’estinzione del reato. Cosa che si sarebbe concretizzata se non fossero stati dichiarati in parte inammissibili i ricorsi; in caso diverso, infatti, a quel punto sarebbero rimasti in piedi solo gli episodi riferiti all’ultimo periodo contestato, quelli alla fine del 2010.

Le tappe della vicenda

La terribile vicenda che aveva visto bambini di pochi anni essere tirati per i capelli, presi a schiaffi, insultati, costretti a ingoiare il cibo rigurgitato, isolati per punizione, lasciati nudi sul pavimento o persino con la testa infilata nel water, risale all’inizio dell’anno scolastico 2006-2007.

A far scattare l’inchiesta della magistratura era stata un’ex dipendente dell’asilo e un’ausiliare attualmente ancora in servizio; a seguito della segnalazione partirono le indagini dei carabinieri che riuscirono a far emergere elementi di conferma delle accuse anche grazie alle riprese effettuate da alcune telecamere nascoste che per quasi un mese avevano ripreso quanto avveniva all’interno della struttura.

Le altre persone coinvolte

Se le maggiori responsabilità furono attribuite alla Medri, oltre a lei e alla Nigro nel fascicolo finirono anche i nomi di altre due colleghe. Tra questi quello di Alba Alberti, 64enne maestra in pensione difesa dall’avvocato Giacomo Foschini, accusata di aver chiuso gli occhi sulla situazione, di fatto “coprendo” quello che succedeva; condannata in primo grado dal giudice Corrado Schiaretti a un anno di reclusione per il reato di maltrattamenti per omissione, la sua posizione divenne meno pesante a seguito della riqualificazione in appello dell’addebito contestatole in omessa denuncia, un “alleggerimento” del quadro accusatorio che le consentì di cavarsela solamente con una multa da 300 euro.

Coinvolta nella vicenda (oggetto persino di un esposto da parte dell’allora sindaco Maurizio Filipucci) anche una terza educatrice, la 48enne di Conselice Michela Brunetti che nell’ambito del procedimento aveva a suo tempo definito la propria posizione con un patteggiamento a un anno e otto mesi.

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