Accoltellamento a Punta Marina: scoperti i tre responsabili

Ravenna

RAVENNA. Lo avevano aggredito in tre. Una lo teneva per le braccia, gli altri due sferravano le coltellate. Cinque i fendenti che la sera del 21 gennaio lasciarono agonizzante davanti al bar Arcobaleno di Punta Marina un uomo di 57 anni. Dopo circa due mesi di indagini condotte lungo la Penisola e perfino in Germania, i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Ravenna e del Nucleo investigativo del reparto operativo sono riusciti a risalire agli aggressori. Si tratta di due uomini di 41 e 38 anni già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e contro la persona, e di una 33enne, tutti di origini albanesi, arrestati sulla base di un fermo d’indiziato di delitto, emesso dal sostituto procuratore Angela Scorza per evitare che i tre, sospettati per il tentato omicidio, fuggissero all’estero per poi sparire.

L’ospitalità negata e le coltellate
L’aggressione era avvenuta in seguito a un alterco iniziato all’interno del bar (poi chiuso per 15 giorni dal questore). Secondo la ricostruzione dei carabinieri pare che i tre, giunti a Ravenna il giorno prima, avessero avvicinato il 51enne connazionale chiedendo ospitalità. Al rifiuto la discussione sarebbe degenerata nel feroce accoltellamento. Sul posto erano arrivate le pattuglie delle Stazioni di Lido Adriano e Marina di Ravenna, ma nel frattempo gli aggressori si erano dileguati.

Le indagini tra Italia e Germania

Le telecamere di sicurezza del locale avevano filmato la scena senza però consegnare agli inquirenti immagini definite per riconoscere i responsabili. Così, come sottolineato dal colonnello Roberto De Cinti (accanto Antonio Pisapia, comandante del Nucleo investigativo e Andrea Davini comandante della Compagnia di Ravenna) «ci si è mossi in modo tradizionale raccogliendo le testimonianze, per poi passare a espedienti tecnici», come intercettazioni e tracciamento sui social network, oltre alla testimonianza della vittima. Così si è arrivati ai due uomini, nel frattempo finiti a Napoli e a Saltara (Fano).

Il primo a essere fermato, martedì scorso, è stato il più anziano (L.A. le iniziali). Con i carabinieri del capoluogo partenopeo è stato bloccato mentre si stava dirigendo verso il centro città. Ai militari che lo stavano arrestando avrebbe dichiarato di vivere di furti commentando, «siete stati più bravi qui, faccio tanti colpi anche in Germania e non mi hanno mai preso», e ancora, «siete venuti per cinque coltellate, a me ne hanno date sette e mai nulla».

Più difficoltoso il fermo del secondo aggressore. Le indagini hanno portato nelle Marche dove nei giorni scorsi è stata occasionalmente notata una donna senza documenti (E.S. le iniziali) in un bar di Saltara. Fermata con la “scusa” dell’identificazione, è stata riconosciuta come terza complice e trattenuta poi con un ulteriore provvedimento della Procura. Nel frattempo sono proseguite le ricerche del 38enne (E.B.). I militari lo hanno beccato giovedì sempre nel comune marchigiano, mentre stava lasciando la città su un’auto rubata. Prima di essere ammanettato ha cercato di sfuggire per l’ultima volta aggredendo un assistente capo del commissariato, intervenuto insieme ai carabinieri di Fano. Per questo oltre al fermo per l’accoltellamento, si è aggiunto l’arresto in flagranza per ricettazione, resistenza e reingresso in Italia nonostante fosse già stato espulso.

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