Pubblica assistenza, l’accordo tarda: code di 12 ore per un’ambulanza

RAVENNA. Quasi 12 ore di attesa per un’ambulanza. Non per un’urgenza del 118, ma per il servizio taxi della pubblica assistenza, convenzionato con l’Ausl, che coinvolge le quattro associazioni di Ravenna, Lugo, Russi, Riolo Terme e Alfonsine. Il caso eclatante è accaduto nei giorni scorsi, al culmine di una serie di ritardi accumulati nel trasporto di altri pazienti da parte dei volontari del servizio. Risultato, una delle ultime persone trasportate dall’ospedale a casa, un’anziana, ha atteso un’ambulanza dalle 12 fin oltre le 23.30.

La convenzione con l’Ausl attende il rinnovo dal 1° gennaio, ma ad oggi non è ancora stato raggiunto l’accordo che fino ad ora ha garantito nove ambulanze al giorno gestite dai volontari delle cinque associazioni e a carico del sevizio sanitario nazionale. Inoltre in questa fase di transizione l’Ausl ha cercato di contenere i costi sui mezzi convenzionati, è stata sospesa la sperimentazione del servizio notturno dalle 20 alle 7 del mattino, ed è stata chiusa la centrale operativa dei trasporti secondari in quella fascia oraria. Solo un’ambulanza rimane attiva dalle 20 all’1.

L’effetto a valanga

Le conseguenze si ripercuotono con un effetto a valanga su tutto il sistema. Primo, come detto, i ritardi sugli appuntamenti e le liste d’attesa infinite, che spesso sfociano in improperi all’arrivo degli operatori. Secondo, le persone in coda nell’orario serale ripiombano sulle spalle delle ambulanze del 118, quelle con infermiere a bordo. Terzo, in mancanza di personale, i pazienti che vengono da case protette o situazioni difficili aspettano in un letto d’ospedale, dato che non possono essere “parcheggiati” in corsia. I letti si riducono e i posti nei vari reparti sfumano. L’alternativa è una: sfruttare il servizio a pagamento offerto dalle 18 ambulanze delle associazioni o mezzi privati, a carico però di pazienti o familiari.

I costi al vaglio

Fino ad ora la convenzione con l’Ausl (rinnovata da 35 anni) prevedeva un costo di circa 1,8 milioni di euro l’anno per la provincia. E la copertura garantiva 150 ore al giorno dal lunedì al venerdì, con circa 60 volontari, per una media di 130 tratte giornaliere. Fanno parte di queste anche i trasporti di pazienti dializzati per conto dell’Ausl, che in alcune giornate raggiungono picchi di 14 pazienti da trasportare alla stessa ora. La spesa per gestire la centrale operativa taxi in orario serale era di 5mila euro l’anno. Costo che ora è saltato, finché non saranno ridefiniti i termini del servizio.

È però ottimista la presidentessa della Pubblica Assistenza di Ravenna, Angela Gulminelli: «Entro fine mese – anticipa – dovrebbe essere rinnovata la convenzione, e nell’attesa non ci tiriamo indietro e continuiamo con gli stessi mezzi che abbiamo garantito nel 2017». Anche la pausa del servizio notturno dalle 20 alle 7 avviato a inizio anno sarebbe «per valutare la reale richiesta da parte dell’utenza». Domanda che, ammette, «nei primi tre mesi dell’anno ha avuto un picco, probabilmente in seguito all’ondata di influenze, e il trend non sta diminuendo».

Sui ritardi, continua, «la situazione non è diversa rispetto al passato. Ci sono delle contemporaneità che non si possono evitare, servirebbe un’ambulanza per ogni servizio, senza contare gli imprevisti. Per questo ogni nuova donazione è preziosa». In tempi di ristrettezza economica, la presidentessa si tiene lontana dalla polemica: «Non ci formalizziamo sui contratti, se l’azienda chiede un aiuto in più noi ci siamo. Con o senza convenzione in mano».

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