Igor muto davanti ai magistrati: ora si punta a un giudizio rapido

Ravenna

RAVENNA. Si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati italiani che da Bologna erano volati fino Spagna nel carcere di Zuera, per interrogarlo sugli omicidi di cui è accusato. Norbert Feher, conosciuto come Igor il russo, ha scelto di non parlare, chiudendo così in breve tempo il faccia a faccia con il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, e il pm Marco Forte.

Le domande dei magistrati si sarebbero orientate non solo sui fatti del primo aprile 2017, quando il 42enne serbo uccise il barista Davide Fabbri, che cercò di disarmarlo durante una rapina a Budrio, nel Bolognese, e una settimana dopo freddò la guardia volontaria Valerio Verri, in provincia di Ferrara. Feher è anche indagato per l’omicidio della guardia giurata Salvatore Chianese, avvenuto il 30 dicembre 2015 a Fornace Zarattini, in un periodo in cui è stata accertata la presenza del criminale nel Ravennate. Le domande erano mirate a chiarire anche la posizione di eventuali terze persone che nei lunghi mesi di latitanza potrebbero avere coperto le tracce dell’uomo, agevolando in qualche modo la sua fuga all’estero.

Ingrassato e con la barba

Feher ha lasciato la cella del carcere situato in una landa isolata distante diversi chilometri dalla località di Zuera, vicino a Saragozza, ammanettato e scortato da tre guardie carcerarie spagnole con divise “anti aggressione”. Un chiaro segnale di quanto tra le forze dell’ordine spagnole si percepisca la pericolosità del carcerato. Presenti anche due interpreti per consentire la traduzione da italiano a spagnolo, russo e serbo. Il killer non ha confessato gli omicidi, né ha parlato per rispondere alle domande, mostrandosi – così è apparso ai presenti – «cinico e sprezzante». Anche il suo aspetto fisico è diverso dalle foto circolate nei mesi passati. È ingrassato e con la barba lunga.

Le misure di sicurezza

La scorta organizzata dalle autorità spagnole in occasione dell’arrivo dei magistrati italiani è un chiaro segnale. È ancora forte il ricordo delle tre vittime che Igor si è lasciato alle spalle durante la fuga in Spagna. Due gli uomini della Guardia Civil che sono stati uccisi lo scorso dicembre ad Aragona durante la sparatoria che ha portato alla cattura del latitante. Nelle ultime ore prima dell’arresto ha perso la vita anche un allevatore.

Per la giustizia italiana, ora, la strada da seguire dopo la notifica degli atti è quella della richiesta di un processo immediato.

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