Ponte di Felisio, gli imprenditori: "La chiusura ci penalizza"

SOLAROLO. I lavori di ristrutturazione al Ponte di Felisio, programmati per giugno e per la durata di quattro/cinque mesi non sono immuni da critiche. Un’ira funesta serpeggia tra i cittadini, nel mondo imprenditoriale, del commercio e della ristorazione. In discussione non è l’intervento, che in sostanza vede tutti d’accordo sulla necessità di doverlo svolgere al più presto, ma la gestione del progetto, considerata una viabilità alternativa inadeguata, durante il periodo di chiusura della provinciale “Lughese”. Chiusura che a parere di molti causerà pesanti disagi all’economia, e che poteva essere ridotta a pochi giorni se non addirittura evitata. Diverse proposte emerse, anche durante una recente riunione, non sarebbero state accolte e quanto programmato non soddisfa. Misure come una riduzione straordinaria della tassazione Tari, a cui sta pensando l’amministrazione, sono ritenute minimali rispetto alle perdite che subirebbero le attività economiche.

Rischio isolamento

Ad avviso di Renato Tampieri, capogruppo dell’opposizione (lista civica “Solarolo per tutti”), «il paese resterà isolato da Faenza. Non esiste una viabilità alternativa in grado di sostenere il traffico. Da dove passeranno i mezzi pesanti non si è ancora capito. Doveva essere fatta una valutazione diversa, sostenibile, un calcolo dell’impatto sull’economia. E poi perché Faenza, a capo dell’Unione, si è dissociata? Il collegamento riguarda anche la città manfreda che doveva intervenire sulle spese, se no che Unione è? I tempi per trovare soluzioni condivise ci sono stati. Non si è voluto prendere in considerazione un ponte Bailey. E nemmeno di lasciare in funzione il vecchio ponte in attesa che fosse pronto quello nuovo. Si era parlato di introdurre sensi unici (via Gaiano Casanola e provinciale di Canale molini) sulla viabilità alternativa, ma non si farà: vi sono residenti che dovrebbero fare maggiori percorsi di dieci chilometri. A doppio senso le due strade collasseranno».

Errori

Enzo Pichetti (noto imprenditore della zona) sostiene che «alla fine si costruirà un’arcata unica al posto del precedente manufatto, perché i piloni esistenti non sono in grado di sostenere la nuova struttura come si pensava: pare che siano stati fatti degli errori e che solo ora con l’intervento della ditta titolare dei lavori sia emersa la necessità di procedere in questo modo. Allora - ragiona l’imprenditore - perché non costruirlo a fianco, con poca spesa superiore? lasciando attivo il vecchio fino al termine dei lavori? Lo prevedeva già un progetto di dieci anni fa».

Disagi enormi

Non risparmiano critiche i fratelli Baldi, titolari della seconda azienda vivaistica per fatturato in Italia: «Su quel ponte passano almeno 400 solarolesi tutti i giorni, noi muoviamo 20 mezzi in arrivo e in partenza nelle 24 ore, dove li facciamo passare? Sopravviveremo, ma paiono evidenti incapacità progettuali e di gestione. In Olanda montano ponti in una notte, ben più grandi di questo. Per risparmiare 100mila euro si creano disagi enormi per mesi».

All’Ustareja d’e sol sono infuriati: nell’ordine delle decine di coperti che verranno a mancare ogni giorno a pranzo.

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