Molestie alle cameriere, barista a processo per violenza sessuale

Ravenna

RAVENNA. Ad accusarlo sono tre ex dipendenti (una delle quali si è costituita parte civile tramite l’avvocato Elisa Fabbri) che avrebbe molestato all’interno del bar di cui era titolare cercando di baciarle o allungando le mani nelle parti intime. Con una barista, all’epoca dei fatti ancora minorenne, avrebbe compiuto gli atti sessuali dicendole di stare ferma «che tanto so che ti piace la pistola», giungendo anche a minacciare di ritorsioni quella sentita in lacrime ieri in tribunale, che si era opposta con forza all’approccio e che lui aveva spinto contro un armadietto facendole sbattere la testa (la giovane riportò traumi giudicati guaribili in una decina di giorni).

L’udienza

Per quelle avances da codice penale è partito ieri davanti al collegio presieduto dal giudice Cecilia Calandra (a latere Beatrice Benabei e Federica Lipovscek) e al sostituto procuratore Daniele Barberini il processo che vede imputato un 41enne (assistito dall’avvocato Luca Donelli) chiamato a rispondere di violenza sessuale aggravata, lesioni, ingiurie e minacce. Reato quest’ultimo contestato anche a una sorella dell’uomo che quando venne a sapere della denuncia depositata in procura, disse a una delle ragazze: «Non farti più vedere al bar, altrimenti a te ci penserà qualcuno...».

L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Stefano Stargiotti si riferiva a episodi avvenuti tra l’agosto del 2012 e i primi mesi del 2013. In quel periodo l’uomo avrebbe molestato la minore che in sede di indagini raccontò di essere stata tenuta ferma per le braccia all’improvviso prima di ricevere un bacio sulle labbra; poi la mano nelle zone intime e la frase oscena. Pochi mesi più tardi, la vigilia di Natale, l’approccio con la ragazza sentita ieri in aula che respinse l’uomo. Nei giorni successivi la denuncia. L’uomo lo verrà a sapere e non la prese bene: «Ti vengo a cercare... vedi la fine che fate, ti spacco la faccia... non passare di fronte al bar perché te la faccio pagare». Minacce che avrebbe rivolto anche un’altra ragazza a cui avrebbe puntato il dito dicendole «poi passo e ti sistemo».

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