Il re del gol ravennate ci riprova Ceccarelli torna a giocare a 65 anni

Calcio

RAVENNA. A 64 anni ha tolto gli scarpini dal chiodo, li ha spolverati e se li è rimessi ai piedi. Dall’armadio ha tirato fuori i guantoni da portiere e li ha indossati per difendere per due domeniche la porta del Bisanzio San Michele. Parliamo di Massimo Ceccarelli, che dopo sette anni è tornato a calcare un campo di calcio. L’attaccante, originario di Castiglione di Ravenna, ma da 40 trapiantato a Ravenna, ha fatto di tutto nel mondo del calcio. Ma nulla gli fa provare quel brivido come correre dietro a un pallone. Chiamato dal dirigente Massimo Cavassa in una situazione di emergenza, non ha potuto dirgli di no, complice anche la curiosità di cimentarsi con una nuova generazione di ragazzi, che potrebbero essere i suoi nipoti. «Massimo è un amico e quando mi ha chiesto di giocare in porta, perché non avevano il portiere per alcuni incontri ho accettato - racconta Ceccarelli, che a settembre compirà 65 anni -. Sono stato tesserato e per ora ho disputato due incontri qualche mese fa, non giocavo dal 2010, volevo vedere come avrei reagito».

Il gol nel sangue

Ceccarelli ha frequentato tutte le categorie, dalla serie A alla serie B con il Cesena negli anni Settanta, dalla serie D alla Promozione, dalla Prima alla Terza Categoria, dove vestì proprio la maglia del Bisanzio San Michele, prima di passare nel campionato Amatori Uisp per 12 anni, dal 1998 al 2010. Ha calcato i campi di tutta la Romagna: Forlì, Faenza, Cattolica, Cervia, Baracca Lugo e tanti altri. Ceccarelli non conosce le vie di mezzo e ha sempre giocato agli estremi. «Quando ero piccolo stavo in porta e in attacco, poi ho deciso di giocare davanti fino ai 56 anni, le ultime due stagioni alla Mattei negli amatori le ho fatte tra i pali. Dai 40 anni in poi mi sono dedicato alle categorie più basse». In carriera Ceccarelli ha segnato 1.150 gol, insomma l’istinto del bomber era decisamente nelle sue corde, non a caso ha vinto 14 volte il titolo di capocannoniere, di cui 4 consecutivi nel Bisanzio in Terza quando aveva dai 48 ai 52 anni. E infatti, rientrando in campo non ho potuto non notare: «che i giocatori di tutte le squadre tirano poco in porta, l’ho constatato subito a fine partita. Così ho detto ai miei compagni che se vogliono segnare bisogna che tirino». Un consiglio da vecchio saggio del calcio. «Quando ho ripreso ho svolto un allenamento con il gruppo per testare la mia condizione e conoscere i giocatori - spiega -. Adesso mi chiedono di andare più spesso, ma io ho detto che vado in caso di necessità. Sebbene mi tenga allenato giocando a racchettoni in spiaggia coi miei amici, le ginocchia non terrebbero più se dovessi correre con regolarità, non posso allenarmi assiduamente. Ecco il motivo per cui ho detto sì a Cavassa, perché in porta sarebbe stato tutto diverso, sapevo di poter reggere lo sforzo fisico. Devo ammettere che sono stato discretamente e che mi sono trovato bene coi ragazzi, mi hanno accettato dal principio. È stato emozionante tornare».

Nelle due gare disputate Ceccarelli ha subìto quattro gol, più che altro ha dovuto stare attento ai suoi compagni. «Ho preso due autogol e due rigori - afferma - per il resto sono rimasto piuttosto inoperoso». Ceccarelli per 22 anni ha lavorato al porto di Ravenna, ma non hai abbandonato il mondo del calcio. «Per 15 anni ho svolto il ruolo di osservatore del Cesena - conclude - ho provato anche ad allenare. Sono stato all’Atletico Bidente in Promozione e al San Pancrazio in Prima Categoria, ma poi ho lasciato, perché non ero portato. Per una stagione ho fatto anche il direttore sportivo a Classe, ma non mi dava soddisfazione. Niente mi diverte e dà adrenalina come giocare a calcio».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui