Si fingono dipendenti del ministero e truffano suore: colpi a segno in tutta Italia

Faenza

FAENZA. Le suore di un istituto religioso faentino sono cadute in un raggiro da 4mila euro.

I fatti risalgono a gennaio quando è giunta la telefonata di una sedicente dipendente del ministero che ha comunicato alla madre superiora che l’istituto aveva ricevuto un contributo statale di 24mila 400 euro, ma c’era però stato un problema con il bonifico. Quando la fantomatica incaricata del ministero ha richiamato, ha raccontato che qualcuno si era “sbagliato”, perché la somma accreditata era maggiore rispetto a quella prevista: per non incorrere in sanzioni, l’istituto avrebbe dovuto restituire 4.400 euro.

La suora è stata fuorviata dalla parlantina della voce al telefono che le ha elencato una serie di leggi e circolari del ministero certamente inesistenti. Appena chiusa la telefonata, la religiosa, seguendo le istruzioni della truffatrice, si è recata prima in banca per prelevare i 4400 euro e poi all’ufficio postale dove ha chiesto a un impiegato di ricaricare una carta prepagata con le coordinate che le erano state fornite per telefono. Tornata in istituto, ha raccontato alle consorelle il fatto, che ha suscitato più di qualche dubbio.

Alla riapertura pomeridiana dell’istituto di credito, la madre superiora ha telefonato al direttore per avere conferma dei 24mila euro accreditati sul conto, ma ha scoperto di essere caduta nella “trappola” degli impostori. Dopo la denuncia, le indagini sono state portate avanti dai carabinieri della stazione “principale” di Faenza che, preso atto di quel particolare “modus operandi”, hanno subito capito che non poteva trattarsi di un episodio isolato. Attraverso i numeri della carta ricaricabile dove la suora aveva versato i 4.400 euro, i militari hanno individuato il primo truffatore, un 40enne siciliano che, lo stesso giorno della truffa, aveva denunciato lo smarrimento della carta prepagata ricaricata con il denaro delle suore di Faenza. Quella denuncia è apparsa sospetta ed ha avvalorato i sospetti dei carabinieri sul 40enne, che infatti è risultato al terminale un truffatore “seriale”, già denunciato in molte regioni d’Italia per aver messo a segno quel raggiro ai danni di conventi ed istituti religiosi.

Scoperto il primo truffatore, i carabinieri faentini hanno individuato la sua complice, una 24enne di Siracusa, ugualmente nota alle forze dell’ordine per essere un vero e proprio “pericolo pubblico” per le suore di tutta Italia. A quel punto i militari dell’Arma hanno chiesto al magistrato un decreto di sequestro per “congelare” il conto della carta prepagata truffaldina, che negli ultimi aveva ricevuto numerose ricariche per migliaia di euro, molto probabilmente corrispondenti ad altrettante truffe dello stesso tipo di quella commessa a Faenza. Il conto della carta veniva volta per volta “prosciugato” anche tramite pagamenti in sale scommesse della Sicilia. L’auspicio dei carabinieri è di poter perlomeno recuperare qualche migliaio di euro ancora risultante sulla ricaricabile.

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