Soldi all'estero violando le leggi sull'anti riciclaggio, nei guai in 220 dopo controlli in un Money transfer di Ravenna

Ravenna

RAVENNA. I Finanzieri del Comando Provinciale di Ravenna hanno concluso un’articolata attività di polizia economico-finanziaria che ha consentito di individuare un’agenzia di Money Transfer cittadina che faceva da collettore per centinaia di soggetti che trasferivano fondi verso Paesi esteri aggirando la normativa antiriciclaggio.

 Le Fiamme Gialle ravennati, insospettiti dalle rilevanti somme di denaro transitate su un conto corrente e dalle numerosissime operazioni registrate, hanno acquisito l’intero data-base dell’agenzia ed analizzato oltre 100 mila transazioni operate dal Money Transfer negli ultimi cinque anni, rilevando una serie di criticità nello svolgimento dell’attività finanziaria.

In sintesi, per inviare denaro con il servizio “Money Transfer", basta recarsi presso un'agenzia con un documento di identità, comunicare i dati anagrafici ed il Paese di destinazione della somma e versare l’importo da trasferire comprensivo delle commissioni. In pochi minuti l’operatore di sportello è in grado di fornire il codice di conferma ed una ricevuta che attesta l’immediata disponibilità della somma nel Paese di destinazione, in contanti e nella valuta scelta dal mittente al momento dell’invio. Per tali transazioni la normativa antiriciclaggio impone però che il tetto massimo del denaro trasferibile non superi la soglia di 1.000 euro e vieta di effettuare operazioni frazionate, cioè più operazioni legate tra loro e di importo singolo inferiore ai 1.000 euro ma che superino complessivamente tale soglia.

Dagli accertamenti sviluppati dalla Guardia di Finanza è emerso che il Money Transfer ravennate veniva sistematicamente utilizzato da centinaia di soggetti, soprattutto stranieri, per inviare denaro all’estero, ed in alcuni casi anche per riceverlo, proprio in violazione del divieto di operazioni frazionate.

In altre parole, è stata rilevata la consolidata prassi del Money Transfer di operare le rimesse di denaro attraverso la cosiddetta tecnica dello “smurfing”, una prassi illecita che mira ad eludere le norme antiriciclaggio, evitando qualsiasi verifica più approfondita sull’identità dell’autore della transazione finanziaria. Lo “smurfing”, infatti, consiste nell’effettuare trasferimenti regolari e ripetuti in relazione a somme di denaro legate tra di loro che, singolarmente considerate, risultano al di sotto della soglia fissata per la completa identificazione del soggetto richiedente, ma che in realtà si pongono al di sopra di essa.

In conclusione, l’operazione “Latinos Money” ha consentito di accertare 246 violazioni alle norme antiriciclaggio (trasferimento di denaro contante oltre la soglia consentita) e di sanzionare 220 soggetti, alcuni dei quali autori di più violazioni, che hanno complessivamente trasferito all’estero, attraverso l’agenzia di Money Transfer ispezionata, oltre  1 milione e cento mila euro in violazione della normativa antiriciclaggio.

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