Incassi ridotti a un terzo, Ancisi svela i numeri del «Mar morto»

Ravenna

RAVENNA. Torna ad attaccare la nuova gestione del Mar il consigliere di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi e lo fa ancora a partire dai numeri non esaltanti della mostra “Montezuma, Fontana, Mirko. La scultura in mosaico dalle origini ad oggi”, evento di punta della passata biennale del mosaico contemporaneo. Un attacco a largo raggio che non risparmia nessuno, entra nel merito del valore artistico, della risposta della critica e fornisce infine nuovi dati.
I numeri
«Le presenze sono state 15.117, di cui svariate migliaia dovute a biglietti regalati e altre a prezzi fortemente scontati. Gli incassi sono stati appena di 83.731,84 euro (di cui 24.587 dalla vendita di bookshop). Il confronto col 2015 - ultimo esercizio di totale gestione di Claudio Spadoni - anno della mostra su “Il Bel Paese”, è schiacciante: gli incassi sono stati di 285.124 euro, i visitatori 43.406: senza svendite e con affluenze di gran lunga non domestiche».
L'affondo
«La mostra non era inedita - prosegue Ancisi - bensì era la ripetizione della rassegna “Scultura e mosaico” realizzata nel 2014 a Montevarchi dallo stesso curatore, a cui sono state aggiunte molte opere di mosaicisti ravennati sia pur bravi. Chiamare i prodotti col vero nome e presentarli per come sono è la prima qualità che l’acquirente pretende dall’esercente. Se no non compra». Parole pesanti per un Ancisi scatenato che mette in dubbio anche il successo di critica dichiarato dal direttore Maurizio Tarantino per una mostra, a suo dire, poco citata nelle riviste di settore. «Viceversa, i migliori critici d’arte hanno fatto sempre a gara per visitare le grandi mostre di Spadoni e tesserne critiche positive, o addirittura entusiastiche. Tra questi, Agosti, Arbasino, Caramel, Di Capua, Dorfles, Licht, Masoero, Parmeggiani, Pontiggia, Rosci, Sanguineti, Sgarbi, Vallora».
Il confronto
Per Ancisi il confronto con il passato recente del Mar è impietoso e poco importa se le risorse oggi sono diverse dal passato, il consigliere continua nell'impietoso confronto. «Claudio Spadoni mise piede nel museo comunale di Ravenna nel 1999, prima del suo arrivo, Angela Vettese, critica d’arte tra le più autorevoli, aveva scritto sul Giornale dell’Arte, che questo museo era il peggiore dell’Italia. Spadoni, dopo aver riqualificato e potenziato l’organizzazione, realizzò grandi mostre annuali finché nel marzo 2010 il Giornale dell’Arte stesso, classificò il Mar al 6° posto, davanti al Guggenheim di Venezia, ai Musei Capitolini e a Brera. Spadoni fu accantonato nella prima parte del 2016. Oggi quel Mar è morto».

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