Fogne rotte: la Duna si sveglia sott'acqua

RAVENNA. Sott’acqua da due giorni. Se lunedì sera sembrava che le pompe idrovore avessero fatto il loro dovere liberando la Duna degli Orsi dalla pozza che si era creata durante le ultime sferzate di maltempo, ieri mattina i titolari dello stabilimento balneare di Marina di Ravenna si sono ritrovati sotto circa 40 centimetri d’acqua.

E’ una costante a cui è difficile abituarsi, quella che costringe i gestori, Barbara Pironi e Davide Rosetti, a passare le stagioni di pioggia con le idrovore a portata di mano. Il bagno si trova in un punto più basso rispetto ai due vicini stabilimenti Dolce Lucia e Tikoa. Pertanto accade di frequente che l’acqua defluisca creando allagamenti. Tuttavia, a causare quello di ieri – il più grave dal 2016 – è stata la probabile rottura al condotto fognario che collega alcuni bagni della zona alla tubatura principale di Hera, che si trova lungo viale delle Nazioni, oltre la pineta.

Acqua dalle turche

I titolari dell’attività si sono precipitati a Marina non appena ricevuta la segnalazione del Comune: «Ci hanno detto che c’era stato un cedimento della sede stradale accanto al ristorante La Caveja – racconta Pironi – e quando siamo arrivati c’era acqua ovunque, nel piazzale, dentro lo stabilimento, fuoriusciva anche dalle turche. C’era poco da fare, ho chiamato sindaco e vigili del fuoco». L’intervento si è protratto dalle 8.45 di mattina fino a oltre mezzogiorno, con le idrovore del 115 per cercare di fare defluire l’acqua nella rete fognaria. Non appena compreso che la causa dell’allagamento era dovuta a una probabile rottura del condotto, è stata informata anche Hera.

E qui arriva l’annoso problema. Perché la competenza della società si ferma a viale delle Nazioni, mentre i gestori dello stabilimento invece arrivano al parcheggio. E al condotto interrato sotto gli stradelli, ben oltre il confine della concessione demaniale per la quale pagano ogni anno un canone, chi ci pensa? «Alla fine interverremo noi, come sempre», prosegue Rosetti senza nascondere l’amarezza di chi già è con la testa proiettata all’inizio della stagione balneare.

Ora, nell’attesa di capire il punto preciso di rottura del condotto, non resta che contare i danni, tra legno “gonfiato” dall’umidità e sabbia ovunque. La speranza «che con gli stradelli nuovi si risolvano queste emergenze», manco a dirlo, è tanta.

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