Maltempo, il pericolo adesso arriva dai fiumi e dalle frane

Faenza

FAENZA. Dopo le abbondanti nevicate, il freddo e il gelo polari, il maltempo continua con le piogge. Solo un breve miglioramento domenica poi precipitazioni ininterrotte per tutta la giornata di ieri. A caratterizzare l’instabilità sono ora i diffusi rovesci attesi anche oggi e domani, mentre solo a seguire vi sarà una fase più asciutta e mite. La Protezione civile ha pertanto diramato un’allerta “Meteo-idrogeologico-idraulico” valido da ieri alle 12 fino alle 18 di domani.

Corsi d’acqua ingrossati

Il rischio stavolta è rappresentato dai fiumi, dagli smottamenti e dalle frane. E anche canali, fossi e bacini potrebbero non sopportare il fenomeno, causando allagamenti. Inoltre la a spessa coltre nevosa in collina con la pioggia e l’innalzamento sopra lo zero delle temperature potrebbe disciogliersi troppo velocemente andando ad ingrossare a dismisura torrenti e corsi d’acqua. Nella serata la situazione del Lamone alla chiusa di Errano presentava ancora una cospicua capacità di portata, ma fino a domani il pericolo non è scampato.

Cedimenti e slavine

In merito alle frane , l’assorbimento di grossi quantitativi di acqua può generare cedimenti e slavine di fango in un territorio particolarmente fragile: le infiltrazioni tra gli strati geologici rendono possibile scivolamenti di masse superiori su quelle sottostanti. Questo anche in prossimità dei fiumi, dove una frana può ostruire lo scorrimento, causando grossi dissesti idrogeologici: vedi quanto già accaduto a Casola Valsenio (campo sportivo) o a San Cassiano di Brisighella dove alcuni anni fa dovettero intervenire le ruspe per riaprire un varco al Lamone otturato da una frana. Si ricorderà inoltre a Castel Bolognese il cedimento della parete del Senio in località Biancanigo.

In sofferenza

Per la Protezione Civile proprio le abbondanti piogge «potranno causare l’innalzamento dei livelli idrometrici nei fiumi romagnoli». In merito alla criticità idrogeologica è stato attribuito a diverse zone il codice giallo per il «possibile verificarsi di fenomeni franosi». Non è immune il reticolo idrografico minore costituito da rii, torrenti canali, bacini artificiali che possono anch’essi andare in sofferenza e causare locali tracimazioni con allagamenti e invasioni di strade, specie nelle periferie e aree soggette a questo tipo di rischio.

A seguito delle abbondanti e prolungate nevicate, soprattutto nelle aree appenniniche, la giunta regionale ha deciso di chiedere lo stato d’emergenza nazionale. La decisione è stata presa ieri pomeriggio dopo altre segnalazioni di grandi difficoltà arrivate alla Protezione civile da parte di numerosi comuni in regione che, alle prese coi piani neve e i dissesti, denunciano notevoli difficoltà di bilancio.

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