Apre le porte di casa a senzatetto: «Un aiuto in questi giorni di gelo»

Rimini

RAVENNA. In questi giorni di gelo siberiano ha aperto le porte di casa per accogliere chi non aveva un tetto. Iniziativa che ha pensato «martedì scorso mentre prendevo un thé caldo con mio figlio; con tutto quel freddo ho pensato a quanti non hanno un posto dove andare e mi sono sentito in dovere di fare qualcosa».

Le ragioni dell’iniziativa

Così, senza pensarci due volte, Arijon Abdyli, 48enne albanese da 20 anni a Ravenna dove ha operato a lungo nel campo sociale come componente del coordinamento delle associazioni “Ravenna Solidarietà” e dell’associazione “Madre Teresa”, ha bussato a un po’ di porte offrendo la propria disponibilità ad ospitare chi si trovava in difficoltà.

Nessuna preclusione

«Sono andato da don Ugo Salvatori, dai Salesiani e alla Caritas – racconta – mettendo a disposizione la casa in cui vivo insieme a mio figlio di 11 anni. E giovedì scorso sono stato contattato per accogliere Livia, una badante che per la polmonite aveva perso il lavoro nella famiglia in cui prestava assistenza, ma sarei stato disposto ad accogliere chiunque, senza distinzione di sesso e colore della pelle. E ora, in attesa che la signora si ristabilisca di salute, tramite conoscenze in ambito sociale sto cercando di darle una mano a trovare un’altra occupazione».

Impegno nel sociale

Non nuovo a iniziative benefiche («in passato ci siamo impegnati su molti fronti, come quando riuscimmo a coprire le spese per il funerale di una signora nigeriana che era morta in un incidente stradale rincasando dal lavoro, dando modo alla famiglia di darle sepoltura dopo che per 21 giorni la salma era rimasta bloccata per questioni economiche»), questa volta ha deciso di impegnarsi nuovamente in prima persona.

Aiuto incondizionato

«E’ stato un modo per dimostrare che anche individualmente si possono realizzare azioni per il bene degli altri. Un piccolo passo di un singolo che vuole essere anche una risposta al terrorismo mediatico contro gli stranieri. Non credo sia giusto discutere come spesso accade su chi debba essere aiutato prima degli altri, soprattutto quando ci si trova di fronte a persone che si sono ritrovate in condizione di disagio a causa delle difficoltà che a volte la vita riserva».

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