Sequestrato e minacciato con i coltelli nell'appartamento di due trans

Rimini

FAENZA. Due trans brasiliani di 28 e 30 anni sono stati arrestati ieri dai carabinieri per sequestro di persona.

I fatti risalgono al giorno precedente, quando nelle prime ore del mattino alcuni residenti di via San Giovanni Bosco sentono delle urla provenire da un’abitazione. Segnalano allora il fatto alla centrale operativa dei carabinieri, pur non essendo in grado in prima battuta di indicare con esattezza di quale appartamento si tratti.

La pattuglia del Nor che raggiunge immediatamente la zona individua l’abitazione, ma quando cerca di farsi aprire, gli occupanti si rifiutano. I militari allora cercano di trattare con le persone all’interno, che alla fine cedono alle richieste dei carabinieri e aprono.

Davanti ai militari si parano allora due trans abbigliati e truccati vistosamente, in evidente stato di alterazione psico-fisica.

Alla vista degli uomini dell’Arma, il più esagitato dei due brandisce un grosso coltello da cucina minacciandoli. I carabinieri cercano quindi di calmarlo; nel giro di breve il giovane brasiliano consegna l’arma e i militari possono procedere all’identificazione. Sembra che la vicenda sia sul punto di chiudersi con l’addebito di resistenza a pubblico ufficiale.

Ma una volta entrati nell’appartamento, i carabinieri si trovano davanti a una scena inaspettata. Un uomo, visibilmente intimidito, accoglie con evidente sollievo l’arrivo delle forze dell’ordine.

Interrogato dai militari, spiega di essere stato convocato telefonicamente dai due trans - che conosceva - i quali gli avevano chiesto aiuto per una non meglio precisata emergenza, e di essere stato poi costretto a restare sotto la minaccia di due coltelli.

Un sequestro di persona in piena regola, dunque, quello denunciato dall’uomo - un 28enne di nazionalità albanese residente a Faenza -; versione suffragata dal ritrovamento del secondo coltello e dal riscontro della telefonata ricevuta.

Sulle motivazione faranno luce gli inquirenti, al momento i due trans - risultati non in regola con le norme sull’immigrazione - non sono stati in grado di giustificare la loro azione.

I due sono stati quindi arrestati per sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale e condotti alla casa circondariale di Ravenna, in attesa dell’udienza di convalida.

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