Lido di Dante: Minichini lascia. Il comitato si sfalda e indice nuove elezioni

Ravenna

RAVENNA. La scissione fa cadere il comitato cittadino di Lido di Dante. Una fine anticipata rispetto alla scadenza prevista, che avrebbe dovuto portare l’associazione territoriale fino alla fine della legislatura, nel 2021. Invece il gruppo composto da 16 consiglieri si è sfaldato nel giro degli ultimi sei mesi: prima con la sfiducia nei confronti del presidente, Pasquale Minichini, poi con lo scontro tra due fazioni, infine con un apparente “atto politico” del consiglio territoriale del Mare.

Così è arrivata in questi giorni la decisione da parte del presidente e dei consiglieri rimasti di fare un passo indietro e accontentare chi a gran voce chiedeva nuove elezioni. Se ne discuterà nell’assemblea pubblica convocata il 3 marzo. Sarà anche l’occasione per mettere ai voti la revisione dello statuto del comitato cittadino, tanto criticato proprio negli ultimi mesi di tensioni.

Il dietrofront di Minichini

«Non penso di ripresentarmi come candidato. Raggiunti i 77 anni è tempo di godermi la pensione». Minichini sembra sereno. «Abbiamo fatto un passo indietro alla luce del desiderio di un nuovo comitato cittadino unito».

Le richieste si erano diffuse di bocca in bocca, per fissarsi anche nero su bianco in alcuni volantini sparsi per la località balneare con scritto «i cittadini di Lido di Dante vogliono nuove elezioni». E nel frattempo, nei mesi caldi della scissione, era stata formata una commissione composta da residenti, proprietari di immobili e operatori economici, per giungere a un nuovo statuto. Il risultato della revisione sarà messo ai voti nella prossima assemblea. Tra le “correzioni” proposte sarà discussa la riduzione dei consiglieri da 16 a 11.

I rimpianti

Per Minichini sono tanti i punti in sospeso che peseranno sui nuovi rappresentanti. «Gli interessi sono diversi - spiega -, chi vuole la pineta chiusa, e chi la vuole aperta, chi vuole l’area cani e chi invece la nega». Per l’ormai ex presidente sono tutte questioni che negli anni hanno allontanato dalla località turisti un tempo affezionati. E parla di «potenzialità inespresse». «Si parla tanto di eco-lido - continua - poi abbiamo una pista ciclabile inserita lungo l’ “Adria bike” che ti porta con tanto di cartelli fin dentro la pineta in una strada ancora sbarrata, a sei anni dal grande incendio». Poi c’è la questione “spiaggia dei cani”, non più concessa dalla società proprietaria del tratto di arenile tra il bagno Passatore e la foce dei Fiumi Uniti. Infine lo sbocco in mare per le piccole imbarcazioni, non più possibile. «Un rimpianto?», conclude. «Non essere stato duro fin dal primo momento fra i vari consiglieri, e non essermi accorto che tra i collaboratori avevo qualche Giuda».

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