La consigliera lascia i "5 stelle": «Uno vale uno solo nei sogni degli illusi»

Ravenna

RAVENNA. Dopo la sospensione dal Movimento 5 Stelle del candidato al collegio uninominale di Ravenna alla Camera David Zanforlini – che dovrà chiarire la presunta passata affiliazione a una loggia massonica – un vero e proprio terremoto scuote l’area “grillina” di Ravenna, già lacerata da divisioni sfociate alle Amministrative del 2016 nella presentazione della lista civica Cambierà senza il “marchio” del movimento. E proprio la consigliera comunale di Cambierà Samantha Tardi e l’ex consigliere comunale del M5s Pietro Vandini prendono le distanze dal Movimento affidando a post su Facebook la loro delusione.

L’addio della consigliera

«Eccomi qua: seduta sulla riva affollata di un fiume che è sempre più torbido e denso. Una densità sospetta, malsana, troppo artefatta da credere che si tratti solo di una coincidenza di correnti e maltempo passeggeri. Quel fiume è esattamente ciò che oggi è diventato, a malincuore, per me, il Movimento 5 Stelle – si sfoga la Tardi sul social network –. Da sempre elettrice e seguace, a distanza, dell’operato dei suoi attivisti, dopo il pomeriggio di ieri (sabato, ndr) posso ufficialmente dichiarare conclusa la “relazione affettiva” che mi univa a quella ventata di novità e speranza che ai miei occhi era la “creatura” di Beppe Grillo. Con le scelte completamente antidemocratiche del 2016, in cui tagliarono la faccia pubblicamente a diverse persone che stimavo, e le manovre pessime fatte per le Parlamentarie 2018, mi sento fortemente presa in giro non tanto come politica, ma come cittadina ed elettrice: il concetto di “uno vale uno” esiste solo nei sogni degli illusi».

«Ho dovuto aprire gli occhi – spiega la Tardi – e valutare il fallimento di un movimento nato con i migliori presupposti e lasciato in mano alla qualunque. Un M5s che vede un candidato per Ravenna che finirà nel gruppo misto al primo minuto della sua eventuale proclamazione e i cittadini che, votando M5s, voteranno già il gruppo misto. Una sala semi vuota, riempita dai soliti militanti e poche persone curiose, affrontata dai rappresentati ufficiali con impacciati tentativi di sorvolare sui problemi. Testa sotto la sabbia e avanti tutta! Io non ci sto più. Io la testa la voglio tenere alta. È arrivato il mio momento di dire “anche basta”, con la mia rimozione dell’iscrizione a blog e Rousseau. I miei ideali non cambieranno – conclude la consigliera –: cambia solo il mio livello di fiducia in uno strumento che non è più quello di un tempo». Prosegue comunque l’impegno nelle file di Cambierà.

Il grillino della prima ora

Pietro Vandini, dopo aver mantenuto una posizione defilata al termine della consiliatura in cui ha rappresentato il Movimento 5 Stelle a Palazzo Merlato, non era stato ammesso alla Parlamentarie. E ora, con la grande amarezza di un “grillino” della prima ora, allarga le braccia vedendo il Movimento «umiliato, distrutto e commissariato nella nostra città». «Sia chiaro, noi non abbiamo nulla a che vedere con questa campagna elettorale: quando le scelte sono state altre, ci siamo giustamente fatti da parte – precisa con un post sulla sua pagina Facebook –. Sul territorio si stanno muovendo i “soliti noti”, quelli che presentarono la famosa lista segreta nel 2016. C’erano una quarantina di persone sabato alla Sala D’Attore (alla presentazione di candidati e programma, ndr) e il mio ricordo va a quando la gente non trovava posto in occasione delle riunioni semestrali. Con le ultime parlamentarie la “dirigenza” del Movimento 5 Stelle ha mandato un messaggio preciso al territorio ravennate, ovvero che si fidava di chi a livello locale ha distrutto tutto ciò che ha toccato. Questi sono i risultati».

La difesa dei giornalisti

Pietro Vandini tiene poi a fare chiarezza sulle presunte responsabilità dei giornalisti. «Sabato sono stati accusati i giornalisti, e ancora una volta in questo modo hanno dimostrato la mancata conoscenza del nostro territorio. Negli anni in cui abbiamo lavorato in consiglio comunale abbiamo guadagnato stima e credibilità, da parte di tutti, stampa compresa. Non ci sono mai stati screzi, tentativi denigratori o derisori. La stampa locale si è sempre comportata in modo corretto con il Movimento: accusarli come fossero i soliti giornalisti faziosi è ridicolo e mette in luce la totale mancanza di argomentazioni».

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