Dalla cattedraalla piazza: la protestadegli insegnanti

Rimini

Ravenna

«Additati come quelli che non vogliono fare il concorso o prendere la laurea, ma la realtà in cui si trovano le centinaia di diplomati magistrali abilitati è più complessa». E proprio per dare voce a questi insegnanti, ai quali una recente sentenza della Corte di Conti ha di fatto sottratto un posto di lavoro che sembrava già acquisito, che ieri mattina in piazza del Popolo anche docenti già di ruolo hanno voluto portare il loro contributo a una «battaglia che per ora è stata fatta solo nelle aule di tribunale, ma sulla quale chiediamo avvenga una scelta politica». Portavoce delle istanze dei 55 insegnanti di materne ed elementari che avevano guadagnato un posto fisso, e delle centinaia di precari che non sanno se riusciranno più ad insegnare, è Sara Errani, promotrice del Comitato diplomati magistrali abilitati di Ravenna.

Ieri mattina un centinaio di insegnanti ha fatto sentire la propria voce, cercando di spiegare ai cittadini cosa succede; supportati dai sindacati della scuola, sia confederali che di base, e con il supporto morale del sindaco che ha presenziato alla manifestazione, una delegazione è stata ricevuta dal vice prefetto. «In qualità di organo di governo – spiega Errani – gli abbiamo chiesto di farsi portavoce delle nostre istanze, sottolineando la situazione che si è creata, complicata da un vuoto normativo dopo un conflitto giudicati che ha portato di fatto a una disparità di trattamento». «L’esperienza di noi insegnanti che abbiamo conseguito il titolo abilitativo – spiega Errani – sembra non avere alcun valore, precari storici che da decenni garantiamo il buon funzionamento del servizio pubblico».

Per continuare a fare sentire la propria voce e a mantenere alta l’attenzione su una situazione che coinvolge in tutta Italia 57mila insegnanti, il Comitato di Ravenna si ri troverà, insieme ad altri venerdì a Bologna per una fiaccolata. Poi insieme agli altri comitati sorti in varie parti d’Italia verranno decise altre azioni, in vista dello sciopero annunciato per il 23 febbraio.

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