Pestato dal branco in via Maggiore, diciottenne in prognosi riservata

Rimini

Pestato da un gruppo di ragazzi, forse per una parola di troppo. Pugni e calci al volto mentre era già a terra fino a sfigurarlo. Ora uno studente diciottenne di un liceo ravennate si trova ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna dove è arrivato in ambulanza poco dopo l’una di ieri notte. Per fortuna non è considerato in pericolo di vita e anche dopo il pestaggio non avrebbe mai perso conoscenza.

Ad aggredirlo, stando alle prime testimonianze raccolte dalla polizia, sarebbe stato un gruppetto di coetanei, quattro o cinque ragazzi che lo hanno colpito in via Maggiore, all’angolo con vi a Chiesa di fronte alla sala dell’Ex “Strocchi” dove il giovane stava partecipando a una festa per passare un sabato sera come altri.

Sul caso indaga la polizia

Tutto sarebbe cominciato quando il ragazzo è uscito dal locale per fumare una sigaretta, qui avrebbe incontrato il gruppetto di giovani sulla cui identità sta indagando in queste ore la polizia.

Forse una parola di troppo indirizzata a una ragazza avrebbe generato la prima reazione verbale del liceale, il quale sarebbe stato raggiunto dal primo colpo. Sembrava tutto finito ma pochi istanti dopo, probabilmente per un nuovo accenno di reazione del 18enne, il “branco” è tornato sui suoi passi per picchiarlo selvaggiamente.

Colpito a terra

Il ragazzo, una volta caduto a terra – sempre stando alle testimonianze raccolte – sarebbe stato colpito al volto anche da calci violenti. Il referto medico parla al momento di diverse fratture, tra cui quella del setto nasale. Ma solo nei prossimi giorni si capirà la portata dell’aggressione, di sicuro al momento i medici hanno ritenuto opportuno non sciogliere la prognosi.

In queste ore le indagini della polizia stanno cercando di imboccare la pista giusta, visti i tanti testimoni presenti sul luogo dell’aggressione non dovrebbe essere impossibile arrivare ai responsabili di un’aggressione dietro la quale non sembra nascondersi altro se non un impeto ingiustificabile di violenza gratuita.

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