«Nuovi supermercati, mercato saturo fermiamo il consumo del territorio»

Rimini

RAVENNA. Un mercato commerciale saturo su un territorio che va preservato e non consumato: non c’è spazio né domanda per nuovi supermercati o centri commerciali. Confcommercio e Confesercenti puntano il dito contro il Comune sull’ultimo permesso, in ordine di tempo, rilasciato all’apertura di un Despar in via Romea sud, ribadendo una linea tracciata da anni sulla quale però pare non esserci margine di dialogo con l’amministrazione comunale.

I danni alle piccole imprese

«Il Comune intasca gli oneri di urbanizzazione – sottolinea Roberto Lucchi, presidente di Confersercenti – mentre le aziende continuano a chiudere, 109 nei primi nove mesi del 2017: nessun introito comunale potrà mai pareggiare i danni creati dalle cessazioni di attività, che non sono solo economici, ma influiscono sul destino delle persone coinvolte».

«Niente contro gli investitori – aggiunge Paolo Giulianini di Confcommercio – ma non sono imprenditori locali, a loro interessa solo fare fatturato. Creano minima occupazione e non risorse per il territorio. E ricordiamoci che la grande distruzione, i centri commerciali continuano ad uccidere il commercio del centro storico, la gente si abitua a spostarsi nelle zone commerciali e diserta il centro e i piccoli negozi continuano a chiudere».

I nuovi progetti

Le cabine di regia sul centro storico, le osservazioni agli strumenti urbanistici, gli appelli al consumo zero del territorio paiono passare inascoltati se, come spiega Lucchi: «ci sono progetti di altri centri commerciali, e tutti nella stessa zona. Partendo dal cosiddetto “sigarone” alla Darsena, dove c’è un progetto di centro commerciale, passando all’area Fiat, zona Pala De Andrè dove c’è la richiesta di aumentare le dotazioni commerciali, fino a via Antica Milizia dove, nel Regolamento urbanistico edilizio, è autorizzato un intervento di 3.500 metri quadrati per un centro commerciale».

Dopo l’allargamento dell’Esp le categorie pensavano a una “pausa di riflessione” invece la prossima apertura del Despar, sebbene sia un intervento inferiore ai 1.500 metri quadri, risolleva la questione della normativa urbanistica esistente.

La normativa

«E’ su questo che bisogna lavorare – sottolinea Giulianini – occorre una normativa che tenga conto della saturazione del mercato. Quanto sta accadendo a Ravenna è la conferma che liberalizzazione voluta non è la strada vincente per uno sviluppo equilibrato del territorio».

Confesercenti e Confcommercio confermano la linea adottata già da tempo di fermare o di limitare l’apertura di nuovi centri commerciali. «Andiamo avanti – conferma Mauro Mambelli, presidente di Confcommercio – non dobbiamo lasciare altri spazi a nuove aperture».

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