«Errani con Leu e gli erraniani col Pd: se ne vedranno delle belle»

Rimini

RAVENNA. Pippo Civati, in compagnia di Andrea Maestri, entra nella redazione del Corriere Romagna poco dopo mezzogiorno. La campagna elettorale è iniziata. Il massimo esponente di Possibile è reduce da una serie di incontri con le associazioni di categoria del territorio. Nel pomeriggio è atteso dal Prefetto.

Civati incarna molte delle speranze di quel popolo della sinistra che non si riconosce più nel Pd. Le sue battaglie nel passato all’interno del Partito Democratico sono rimaste ben impresse nella memoria delle persone. Insieme a Maestri rappresenta ora un elemento cardine del progetto Possibile che ha preso forma nel corso dell’ultima legislatura.

La formazione politica correrà, per elezioni politiche del 4 marzo, insieme a Sinistra Italiana e Mdp. Tutti insieme sotto l’egida di Pietro Grasso e di Liberi e Uguali. Tra Civati e Maestri è evidente la sintonia di vedute e il feeling che si è materializzato nel corso delle battaglie parlamentari che hanno vissuto insieme. Ora Possibile fa parte di un progetto più ampio, ha degli alleati con cui misurarsi.

La formazione di Leu si presenta combattiva. Con quale spirito vi presentate alle prossime elezioni?

«Siamo qui per giocarci la partita fino in fondo. A Ravenna mi aspetto risultati molto interessanti; sono convinto che per il Pd siano in arrivo brutte sorprese che mi auguro vadano a tutto vantaggio di Leu. Non siamo qui per fare semplicemente bella figura, il nostro obiettivo è prendere un voto più degli altri. A Ravenna la partita sarà davvero interessante (sorride con fare sornione prima di lanciare la stoccata); avremo Vasco Errani candidato con Leu e dall’altra parte gli erraniani che correranno con il Pd. Errani contro gli erraniani: se ne vedranno davvero delle belle».

Il nome di Errani porta direttamente all’argomento che terrà banco nei prossimi giorni: le liste elettorali e i candidati sul territorio. Quali candidature saranno avanzate?

«Le liste non sono ancora state formate. Mi auguro che non ci siano fughe in avanti. Attendiamo grande equilibrio nella scelta dei nomi. Deve essere garantito il pluralismo. Se dovessero prevalere altri tipi di atteggiamento, ritireremo la nostra disponibilità a proseguire l’avventura insieme. Sono uscito dal Pd e non avrei problemi a uscire da Leu di fronte a prepotenze o se qualcuno darà per scontate certi tipi di scelte. Non intendiamo gettare al vento la nostra credibilità e non siamo alla ricerca di un seggio».

Civati cosa si aspetta dalla campagna elettorale, che proprio in queste ore sta ponendo temi cruciali sulle alleanze nelle regioni di Lazio e Lombardia?

«Premetto che il nostro schieramento è contro le promesse elettorali e le invenzioni dell’ultima ora che tanto sono di moda in questi ultimi giorni. Non parleremo a vanvera e non prometteremo ciò che non si può realizzare. Siamo convinti che innanzitutto si debba riportare il processo decisionale a livello dei cittadini. Ci batteremo perché in campagna elettorale si discuta di cultura del lavoro, di sicurezza, di rispetto delle norme, di scuola e di diritti. Da questo punto di vista la figura di Pietro Grasso rappresenta una garanzia assoluta in cui ci riconosciamo pienamente. Da tempo Possibile stava lavorando per raggiungere un’unità all’interno della sinistra e la nascita di Leu rappresenta un’occasione preziosa che tutti dovremo essere bravi a cogliere. Dobbiamo essere l’incarnazione del cambiamento e della novità».

Prevede una campagna elettorale senza esclusione di colpi?

«Le persone saranno trascinate nella peggiore delle lotte nel fango. L’esempio di questi giorni è emblematico. Tutti stanno parlando della legge sui sacchetti biodegradabili e nessuno si è occupato del vertiginoso aumento delle bollette. Siamo costantemente dirottati su temi che distolgono l’interesse da quello che è il cuore della questione. La candidatura di Grasso può ribaltare da sola lo schema in essere. Grasso è il più autorevole dei candidati in campo; gode di maggiore prestigio e fiducia rispetto ai suoi avversari. E’ sufficiente guardare alle posizioni dei leader sull’Europa. Salvini e Berlusconi, pur correndo insieme per le politiche, hanno idee diametralmente opposte sul futuro in Europa. Per non parlare di Di Maio che è in contraddizione perfino con se stesso. Noi saremo quelli fuori moda; non agiteranno strane paure o complotti. Rimarremo sui valori e sui diritti. Gli italiani hanno bisogno di un linguaggio di verità». R.C.

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