Ex Montecatini, esposto in procura per l'amianto

Rimini

RAVENNA. Amianto e pericoli per la salute: l’ex Montecatini oggetto di un esposto attraverso il quale si chiede «un’indagine che spieghi per quale motivo non si sia intervenuti con la necessaria tempestività». A presentarlo alla procura della Repubblica di Ravenna sono Gilberto Gaudenzi, operaio in pensione, presidente dell’Associazione esposti amianto e rischi per la salute (Aea) di Ravenna e Vito Totire, medico del lavoro presidente nazionale dell’Aea. La segnalazione all’autorità giudiziaria nasce dall’osservazione della copertura degli immobili ex Montecatini, situati tra via Salona e via Montecatini, in zona Darsena, e dal dubbio che le coperture potessero ancora essere in cemento amianto. «La risposta positiva – si legge nell’esposto – giungeva dall’Ausl di Ravenna il 28 dicembre 2017».

«Nessuna bonifica»

A questo punto «è sorto un altro più inquietante interrogativo, come è mai possibile che a 25 anni dalla legge 257/92 un sito produttivo dismesso non sia ancora stato bonificato? Si tratta di diverse centinaia di metri quadrati di cemento-amianto, ci si chiede cosa e chi abbia consentito alla proprietà, alla autorità sanitaria locale, di non intervenire a tutt’oggi». «Quante fibre ha disseminato nell’aria e nel suolo questa copertura considerato che, da dati scientifici, risulta che una tettoia in cemento-amianto comincia a spargere fibre nell’ambiente già dopo 18 mesi di esposizione outdoor?», si chiedono i firmatari dell’esposto, che ricordano come «fenomeni meteoclimatici, piogge acide, escursioni termiche sono eventi in grado di determinare gravi processi di erosione e dispersione di fibre cancerogene, evitabile se fosse stata fatta una bonifica tempestiva».

Il sopralluogo dell’Ausl

Il dipartimento di Sanità pubblica, attraverso il Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, fa sapere che già da luglio 2017 sta seguendo le vicende relative agli edifici oggetto della segnalazione; infatti durante un sopralluogo perlustrativo, successivo al fortunale che aveva colpito Ravenna nei giorni precedenti, è stato fatto un accesso “di iniziativa” presso gli edifici e presi contatti con la proprietà degli immobili. In questa occasione è stato rilevato «il parziale danneggiamento delle coperture in lastre ondulate di alcuni capannoni e si è accertato che la ditta si era attivata per la messa in sicurezza delle coperture danneggiate», operazioni che si sono concluse in alcuni giorni, sotto la vigilanza del Servizio, nello stesso mese di luglio. «Considerato che nell’area sono presenti più edifici con la presenza di coperture in fibrocemento, il Servizio ha richiesto alla ditta la presentazione di documentazione attestante la natura dei materiali e la valutazione del loro stato di conservazione. La documentazione presentata ha confermato la presenza di cemento-amianto e la valutazione è in fase di verifica: al termine verranno adottati i provvedimenti di competenza».

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