«Ripreso mentre rubava sedativi». Arrestato un medico del 118

Rimini

RAVENNA. Peculato e furto aggravato. Queste le accuse che ieri mattina hanno portato all’arresto di un medico rianimatore in servizio al 118 di Ravenna.

L’uomo, un 50enne ravennate coinvolto nel 2003 in una clamorosa inchiesta su presunte morti sospette in corsia dalla quale uscì del tutto pulito, è stato fermato ieri dai carabinieri del Nas e ora si trova si trova in carcere.

Inchiesta dei Nas

Stando a quanto trapelato in ambienti giudiziari sembra che l’inchiesta sia stata innescata da un esposto presentato in Procura dalla direzione generale dell’Ausl alla luce di alcuni ammanchi di farmaci, in particolare sedativi con principio attivo di benzodiazepina.

Un ammanco sospetto anche perché tali farmaci, stando a quanto previsto da uno specifico protocollo dell’Ausl, devono essere custoditi dentro armadietti con particolari precauzioni.

Tradito dalle telecamere

Gli investigatori - diretti dal pm Antonio Vincenzo Bartolozzi e dal procuratore capo Alessandro Mancini – hanno quindi deciso di posizionare delle telecamere nei locali dove quei farmaci erano custoditi. E così ieri mattina gli obiettivi avrebbero inquadrato il medico mentre portava via quattro confezioni di farmaci contenenti diverse fialette.

Il medico, all’uscita della stanza, è stato perquisito e trovato in possesso dei medicinali. Da qui l’arresto in flagranza di reato.

Una notizia che si è subito propagata anche negli ambienti sanitari dove l’uomo è molto conosciuto e dove da anni presta servizio sopra le ambulanze e gli elicotteri. Descritto come un uomo dal carattere ombroso e chiuso è comunque riconosciuto da tutti come uno dei migliori professionisti in organico al 118 e le operazioni in cui il suo intervento si è rivelato decisivo per salvare feriti in gravissime condizioni sono state decine e decine in oltre venti anni di servizio.

Ma non è la prima volta che il medico in questione finisce in un’inchiesta della procura. La prima risale appunto al 2003. Anche in quel caso fu la direzione sanitaria a inviare un’informativa alla procura per alcune presunte morti sospette avvenute nel reparto di rianimazione durante i suoi turni. Si trattava di pazienti ricoverati in condizioni gravissime. La procura dispose anche la riesumazione di alcune salme. La sostanza ricercata era già tristemente nota: potassio. Ma gli elementi raccolti, pochi, portarono la stessa procura a chiedere la sua archiviazione. Nei prossimi giorni - difeso dagli avvocati Carlo Benini e Silvia Brandolini - comparirà di fronte al gip per l’udienza di convalida dell’arresto.

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